Una domenica particolare - 1^ parte (autobiografico)
Data: 25/01/2018,
Categorie:
Prime Esperienze
Autore: nanerottola, Fonte: Annunci69
... divertita della situazione che stavo vivendo.
La cosa che più mi imbarazzava, nonostante mi sentissi sempre più a mio agio, era che il turgore si mostrasse sempre più evidente. Mi ero ormai abituata alla vista della fisicità di Alberto, ma bastava un gesto, un movimento, che mostrasse il suo "pacco" tra le gambe a farmi aumentare il sangue nelle vene.
A un certo punto, decisi di scegliere la via della libertà e della sincerità per i miei pensieri e per le mie emozioni.
Lui sempre in piedi, che fumava davanti alla finestra, ed io con molta disinvoltura, scivolai sbracata sul divando, ponendo tutta la mia intimità alla sua visione.
Ormai aveva davanti ai suoi occhi le mie intimità coperte dalle mutandine.
Sempri intenti a chiacchierare del più e del meno, con molta disinvoltura mi portai la mano alla radice della coscia come a volermi grattare un punto preciso e feci in modo di scostare un pò le mutandine cercando di mostrargli in maniera sbadata e disinvolta la mia fighetta.
Mi guardava con interesse.
Fece l'ultimo tiro di sigaretta e si accinse a spegnerla sotto un getto d'acqua del lavandino.
Venne per sedersi nuovamente sul divano, ed io cercai di ricompormi in modo tale di fargli posto a sedere.
"Tranquilla, se vuoi, puoi ridistendere le gambe", mi disse.
Mi prese e condusse lui stesso le gambe adagiandole sulle sue.
Poggiò la testa all'indietro sullo schienale del divando, fissando il soffitto e si passò una mano sulla testa esclamando: ...
... "Ammazza che afa oggi!!"
Con voce sommessa, come di chi sta per cadere in preda al sonno, risposi:
"Me stà venì sonno!!"
Non era affatto vero, decisi di far finta di abbioccarmi.
Ero ormai entrata in una dimensione di non ritorno, sentivo il sangue che correva nelle vene, avevo il cuore a mille, mentre percepivo attraverso le mie gambe, il suo cazzo gonfio sotto i pantaloni.
Chiusi gli occhi e girai la testa come a voler trovare la posizione comoda per favorire il riposo e feci in modo di divaricare un pò le gambe con l'intento di mostrare le mie parti intime.
L'atmosfera era pervasa da un silenzio tipico di un afoso pomeriggio estivo, nessun rumore che potesse provenire dall'esterno, c'era solo il ticchettio dell'orologio a muro nella stanza, che scandiva il tempo.
Alberto fece dei movimenti con il corpo come a volersi sistemare meglio per concedersi anche lui il sonnellino pomeridiano.
Approfittai di quel suo movimento per aprire ancora di più le gambe.
I nostri respiri, quasi sincronizzati si percepivano nella quiete di quel rilassante silenzio.
Sentii la sua mano che dolcemente si appoggiò sul mio ginocchio che poggiava proprio sul suo "pacco" che, percepivo in tensione e pulsante, sotto la leggera pressione esercitata dalla sua mano, sul mio ginocchio.
Ogni tanto sollevavo lentamente le mie palpebre e con sguardi furtivi cercavo di guardare la sua figura.
Lui teneva gli occhi chiusi, con il capo reclinato all'indietro adagiato sulla ...