1. Cene con orgia 1


    Data: 16/03/2021, Categorie: Etero Autore: geniodirazza, Fonte: Annunci69

    ... cazzo è un accessorio fuori dalla mia portata, faccio la guardona e mi masturbo, ma solo perché ormai non si scopa più … “
    
    “Mi faresti dare un’occhiata? Dai, solo così, per gioco, senza malizia … “
    
    Mi lasciai convincere e lo portai nel mio ufficio, accesi il computer riservato e apparvero i due che, in piedi davanti al divano, si divoravano in un bacio sensualissimo; lui le stava sfilando il vestito e rapidamente mise a nudo due tette da sballo, gonfie e tese, con aureole evidenti e ben disegnate e con capezzoli grossi e ritti; il commento di Ettore fu istantaneo.
    
    “Cazzo, che tette meravigliose!”
    
    Si beccò all’istante un pizzicotto sul braccio.
    
    “Imbecille, da quanto tempo non osservi le mie? Sono altrettanto belle, ma per te sono come le sedie, ti ci siedi senza guardarle.”
    
    “Perdonami, hai ragione, è stata una gaffe terribile; anche senza analizzare, si vede che sei molto più bella.”
    
    “Non commettere una gaffe ad ogni pezzetto che ammiri!”
    
    Lui si era lanciato su quelle tette e se ne cibava con l’ansia di chi è a secco, con la gioia del bimbo affamato; lei aveva più chiaro il senso del tempo tiranno, si tirò via il vestito e restò in intimo; la mano di Ettore mi scivolò sul culo; lo lasciai fare; mi piaceva sentire che almeno quella emozione gli era rimasta; allungai la mano e gli aprii la patta; il cazzo era duro come acciaio e pronto alla sega; non ci pensai un attimo a cominciai a menarlo.
    
    Si accostò di più e mi baciò un orecchio; sapeva che andavo ...
    ... in deliquio, se mi stimolava le orecchie e sentii che mi mordicchiava i lobi, mi leccava il padiglione, mi baciava sul collo; lo masturbai con passione; chiusi gli occhi e lui era il ragazzo a cui, dietro le barche in secca, facevo seghe interminabili perché amava essere masturbato da me, ‘ti amo’ mi dissi nella testa; lo stavo dicendo a quel ragazzo, non alla montagna di fango che lo copriva e che era l’uomo che mi stava vicino.
    
    Mi accorsi delle dita che mi erano entrate in figa solo quando strinse il clitoride e me lo tormentò; dovetti soffocare l’urlo, quando l’orgasmo mi colse, tanti anni dopo le grandi scopate di due sposi innamorati; lui stava per sborrare e mi avvertì; misi una mano davanti alla punta, a coppa, e raccolsi gli spruzzi che sparava; mi portai alla bocca la mano piena di sperma e leccai.
    
    “Maledetto, hai sempre un ottimo sapore che mi fa impazzire.”
    
    “Ti amo, Maria, anche se non mi credi più, ormai!”
    
    “Lo dici a tutte quelle che ti scopi o solo a quelle delle cene?”
    
    “Non lo dico a chi do solo sesso; lo dico all’unica donna che ho amato, che amo e che amerò sempre.”
    
    “Allora, bastardo, perché mi riempi di corna e non mi dai più amore come fai in questo momento?”
    
    “Non lo so; i momenti come questi servono a fare outing; ma ancora non ho preso coscienza dei miei errori.”
    
    “Se non ti allontani immediatamente, domani entri nel coro di voci bianche; le forbici da sarta possono essere micidiali!”
    
    Uscimmo dall’ufficio tra i sorrisetti allusivi ...
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