Evado dalla prigione covid
Data: 12/03/2021,
Categorie:
Etero
Autore: pierpatty6151, Fonte: Annunci69
... amico d'infanzia, sul nostro letto matrimoniale. Dallo schifo, scappai da casa, rifugiandomi da mia madre. La quale, senza indagare più di tanto sulle motivazioni della mia fuga, mi accolse in casa sua. Con Lei vissi alcuni terribili mesi, ero sull’orlo di un grave esaurimento nervoso, ero schifata della vita e spesso pensavo a farla finita. Mentre il mio ex mi martellava sia con SMS di scuse, sia con richieste d’incontri per chiarire la situazione, che mai accettai.
In quel periodo uscivo a malavoglia solo per andare in fabbrica a lavorare. E sempre in quel periodo fu assunto un nuovo caporeparto. Era ed è un bell’uomo, sempre gentile, giovanile e con la battuta spiritosa pronta. Da subito mi piacque, ma respingevo la sola idea di essere toccata da un uomo. Tuttavia sia la forzata astinenza, sia l’età che avanzava, cedetti e iniziammo a vederci fuori del lavoro”.
Io continuavo a non capire la correlazione tra quello che raccontava e il volermi bastonare Comunque l'ascoltavo attentamente.
“ci incontravamo sempre con amici, conoscenti o parenti presenti, che potessero certificare che eravamo una coppia. ma sesso nulla. Io non spingevo e lui non lo ricercava. Insomma eravamo una coppia “bianca”. Io continuavo ad abitare con mia madre, e lui in un mini appartamento. Questa situazione andò avanti per quasi un anno. Fino quando una sera lo misi alle strette. E mi dovette confessare la sua omosessualità. Che viveva una storia parallela con un uomo, che sopportava la ...
... nostra situazione solo per salvaguardare la faccia e il posto da caporeparto”.
Una grossa lacrima colò sulla sua guancia. Avrei voluto trovare le parole per rincuorarla, ma mi usci solo un:
“Cazzo non te ne va bene una!”
Mentre lei sembrava un poco più sollevata per essere riuscita a raccontare una parte intima della sua storia.
Dopo un sospirone riprese animo e ricomincia a raccontare:
“Dopo la sconvolgente rivelazione, passai giorni frustanti, non sapevo che fare, lo vedevo al lavoro, parlavamo come se nulla mi fosse stato rivelato. Tuttavia mi rodevo dentro per la mia sfortuna, che continuava a perseguitarmi.
Fu lui a propormi di affittare l’appartamento, al primo piano di questo palazzo, il quale avendo due camere con bagno, ci consentiva di vivere come coppia normale e poter accogliere chi ci va, in assoluta riservatezza. Accettai la situazione per andarmene via dalla casa di mia madre e anche per provare a ricominciare e darmi una nuova possibilità”.
Più parlava più fumava, e più si sistemava comodamente sul divanetto, allungando e aprendo leggermente le gambe. La vestaglia si apriva sempre più lasciando le gambe nude, fino a che lo spacco si aprì del tutto e spunto anche il bianco triangolino delle mutandine.
Caspita mi ritrovo con davanti a una sessantenne, con una repressa carica sessuale da scaricare con qualcuno, che sta raccontandosi a me, forse senza sapere il perché.
Cosa da far rizzare il tutto, ma la situazione è talmente delicata che ...