1. Legati liberi


    Data: 28/02/2021, Categorie: Etero Autore: Nepenthes, Fonte: Annunci69

    Legati Liberi
    
    Una mattina, o forse un pomeriggio, fra tanti, un’anima gentile tagliava diagonalmente le lucide piastrelle infinite della hall di un Centro Commerciale spingendo il carrello d’acciaio di un supermercato, che non frequentava mai, per comprare cose che mai le sarebbero servite.
    
    Una mattina, o forse un pomeriggio, tra tanti, un’anima serena spingeva un carrello d’acciaio con la straordinaria forza del suo sorriso.
    
    Non un sorriso comune.
    
    Un sorriso che poteva tranquillamente muovere un carrello d’acciaio di un supermercato. Una mietitrebbia da quindici tonnellate. Una montagna intera.
    
    Una mattina, o forse un pomeriggio tra tanti, infinite piastrelle pallide nella hall immensa di un Centro Commerciale riflettevano rettangolarmente l’immagine ondulata di un’anima apparentemente spensierata, un sorriso che smuoveva le montagne e l’eleganza indossata spontaneamente di un’inopinabile bellezza.
    
    Manuela, senza la E, non amava i supermercati, preferiva i boschi.
    
    Manuela senza la E non amava le persone quando si assembravano, quando litigavano e quando erano suoi compagni di scuola alle Elementari o alle Medie. Non amava quelli che le guardavano troppo il culo, quelli che facevano supposizioni e quelli che si ostinavano a chiamarla Emanuela. Con la E.
    
    Odiava le persone grossolane, ordinarie, approssimative. La spaventava l’ignoranza, i cani grossi e gli uomini che le facevano una corte troppo serrata.
    
    Odiava le intrusioni di campo e le domande ...
    ... troppo personali.
    
    Odiava perdere tempo nei supermercati.
    
    Amava la libertà nei boschi dei boschi liberi.
    
    Spingere il carrello con un sorriso e brillare di bellezza pura.
    
    Manuela senza la E non amava perdere tempo nei supermercati per occuparsi di cose che non riteneva essenziali come il cibo per nutrirsi. Acqua per bere. Mangiare e bere non erano attività essenziali per lei. Lo erano ballare, baciare, osservare i tramonti e coccolare gli animali. Lo era trovare ragazzi sconosciuti sui social e scoparseli solo per procurarsi l’adrenalina che la distraeva da una vita predeterminata, preconfezionata, pregiudicata.
    
    Manuela, qualche volta si dimenticava perfino di mangiare, attività che riteneva non necessaria, per insegnare al suo gatto nero, con meravigliosi occhi gialli, a tenere le unghie retratte quando giocava.
    
    Una mattina, o forse un pomeriggio di tanti, un’anima insolitamente spensierata, spingeva, col suo sorriso perfetto e malinconico, un freddo carrello d’acciaio in un posto dove non voleva essere. Lunghi capelli neri da giovane janara le incorniciavano il pallido ovale del viso, mentre, dal punto esatto dove poggiavano le rumorose rotelle del suo trabiccolo metallico, partiva un riflesso irregolare, sulle diafane piastrelle infinite della hall, che ne ondulavano l’immagine, ma non potevano deformarne l’incanto.
    
    Lo stesso giorno, dello stesso anno, nello stesso istante. Maurizio, che aveva percorso a ritroso tredicimila chilometri dall’alba al tramonto ...
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