Nicoletta
Data: 26/02/2021,
Categorie:
Dominazione / BDSM
Racconti Erotici,
Autore: nadiagang69, Fonte: RaccontiMilu
... tastavano con gran vigoria. Indugiai nell’estrarre i pacchetti e la lasciai fare fino a che non ne ebbe abbastanza, allora prelevai i pacchetti, mi alzai, mi girai e mi trovai sbattuto contro il distributore con una mano di lei sulla patta e la bocca attaccata alla mia. Mi baciò con violenza come a voler forzare io continuai a lasciarla fare dandole così il pieno controllo della situazione. Dopo che ebbe controllato per bene le mie tonsille e la consistenza del mio pacco, si staccò. Non si scusò, disse solo “andiamo a casa mia, non mi va di farmi vedere a salire in stanza di albergo come una troia qualsiasi”. A questo punto la fermai, “Nicoletta, ho capito che vuoi guidare tu la danza ma non mi puoiva di farmi mettere sotto senza una contropartita, voglio qualcosa anche io. Vai a casa, vestiti in modo sexy, andiamo a cena. Fuori comanderò io, poi una volta a casa tua potrai fare tutto quello che vuoi ed io obbedirò. Però ti voglio con gonna, tacchi alti e senza mutandine”. “Sei un maiale, ma va bene, pagherai tutto e dovrai essere il mio schiavo una volta a casa, sappi che ti sfonderò il culo, prendere o lasciare”. Accettai, tornammo in ufficio, prendemmo le nostre cose ed ognuno con la sua macchina. Lei andò a casa a cambiarsi ed io in albergo a farmi una doccia con l’accordo che sarei passato a prenderla a casa sua. Erano le 21 quando le diedi uno squillo al cellulare. Era pronta e scese subito. Indossava un cappottino molto femminile, molto diverso dal giaccone informe ...
... che aveva quando eravamo usciti dall’ufficio. Il cappottino era aperto e si vedeva un bel tubino nero a mezza coscia con un filo di perle, calze velate, scarpe nere con tacco a stiletto di una decina di cm ed una borsetta a bustina in tinta con il resto. Le gambe, sempre nascoste prima di allora, erano belle e fra tacco e calze velate si facevano abbastanza notare, se la avessi vista in giro le avrei dato sicuramente una seconda occhiata. Si era anche truccata, matita sugli occhi, un po’ di fard che sfumava gli zigomi un po’ pronunciati ed un bel rossetto vivace. Salì in auto e mi disse: “Ok per ora sono la tua troia, dopo tu sarai il mio schiavo ma visto che non mi fido, mi lasci in pegno la tua fede, se non rispetterai i patti la tua fede arriverà a tua moglie in un pacchetto con scritto per filo e per segno quello che mi hai chiesto”. Decisi di correre il rischio, mi sfilai la fede che diedi a lei, in borsa aveva un sacchettino trasparente ve la infilò e lo chiuse bene prima di riporlo in una tasca interna della borsetta. Visto che eravamo in ballo decisi di iniziare subito, il vestito era risalito e scoprii, con piacere, che indossava calze e non collant, infilai la mano fra le sue cosce e non trovai le mutandine. “Brava, bella tenuta da porca” le dissi. “Vedi rispetto i patti, per un paio di ore mi avrai a tua completa disposizione poi sarai mio fino a che ne avrò voglia”. Andammo in un ristorante appena fuori città, un posto discreto dove mangiammo bene. Io le infilavo la ...