1. La raccoglitrice di asparagi


    Data: 21/02/2021, Categorie: Prime Esperienze Autore: Yuko, Fonte: EroticiRacconti

    ... all'idea di importunare il responsabile, passò in spogliatoio dove si attrezzò di stivali e guanti da lavoro gommati. Prese un grosso gesto e un coltellino e si avviò; avrebbe capito come fare direttamente sul posto.
    
    Un ragazzo le indicò svogliatamente l'area di raccolta, poco lontana, e la giapponese si trovò da sola di fronte a una sconfinata distesa di esili pinnacoli che si ergevano come “penitentes” in una nebbiolina azzurrognola che ancora ristagnava carica di umidità a livello del suolo.
    
    Si avvicinò incerta al primo stelo. Un piccolo asparago dall'aspetto di una matita, in apparenza fragile, che sembrava la guardasse con aria di sfida.
    
    Yuko si chinò sulla vittima designata. Cercò di reggere il gambo e lo tagliò alla base.
    
    Ma per via del freddo pungente del primo mattino la gomma dei guanti da lavoro si era indurita e l'asparago cadde per terra sfuggendo all'inconsistente presa delle dita.
    
    “糞”
    
    'Kuso' (merda!)
    
    I tentativi di sollevarlo con i grossi guanti non sortirono risultati positivi e pochi secondi dopo il vegetale era diventato una stele di fango.
    
    “馬鹿”
    
    'Baka!'
    
    Nella campagna ai primi raggi di un incerto sole, si cominciò a udire pronunciare esclamazioni e frasi in lingua esotica di stampo non molto formale. Inizialmente sussurrate, poi con un tono di voce sempre più consistente fino a un fiorito echeggiare di turpiloqui della peggior specie.
    
    Un campionario di parolacce e volgarità giapponesi.
    
    “畜 生”
    
    'Chikushou'
    
    Niente da ...
    ... fare. I successivi tentativi fallirono miseramente e nel cestino della nipponica, dopo circa un quarto d'ora di assiduo lavoro si trovavano solo tre o quattro ammassi di fango dalla forma oblunga che nascondevano il prezioso raccolto.
    
    Yuko non se la sentiva proprio di andare a chiedere spiegazioni. Si sentiva un'inetta e l'avrebbero mandata via subito. Ma lei di quella giornata di paga aveva maledettamente bisogno. Che figura avrebbe fatto poi il suo paese che produceva tecnologia d'avanguardia mentre lei non era neanche capace di raccogliere degli asparagi cazzuti?
    
    A quel pensiero una folgorazione la colse. Di colpo le si chiarirono tutte le indicazioni ricevute dallo sgarbato inserviente al suo primo colloquio di lavoro.
    
    “Abbigliamento adeguato”: 'Non penserà che si possano raccogliere asparagi vestita così'.
    
    Non rompere la testina...
    
    'Usi la fantasia e vedrà che imparerà immediatamente. Non c'è bisogno di spiegazioni.'
    
    Non sporcare il prodotto col fango...
    
    Lo spogliatoio...
    
    “Ma sì!!!”
    
    Yuko, decisamente sollevata, corse nello spogliatoio, si tolse guanti da lavoro e stivali, si avvicinò al suo armadietto, si guardò in giro e, sicura di essere sola, si tolse le mutandine riponendole con cura. Allargò le cosce, sollevò la gonnellina e si diede uno sguardo con occhio critico alla passera.
    
    Ma sì, poteva andare. O almeno ci avrebbe provato.
    
    Felice dell'intuizione e di essere arrivata a una conclusione che inopinatamente le era stata preclusa ...