1. Il tormento di un padre (montami il culo papà)


    Data: 15/02/2021, Categorie: Gay / Bisex Autore: LuogoCaldo, Fonte: Annunci69

    ... adempiendo ad una missione.
    
    Mi sentivo messo all’angolo. Avrei voluto irrompere nella stanza e spaccare tutto, ma non potevo intervenire. Come avrei spiegato la presenza del mio ospite?
    
    “Perché non l’ho ammazzato?”. Pensai.
    
    “Guarda come me l’hai fatto diventare duro!” Continuava Alessandro. “Bravo …! Lucidami la minchia … Sei bravissimo …Mmmmh!”
    
    Iniziai a sentirmi strano.
    
    Avvertii un calore inaspettato tra le cosce e la bocca mi si riempì di saliva.
    
    Il piccolo ucraino dovette percepire il richiamo dei miei ferormoni.
    
    Mi posò una mano sul pacco e mi fissò con le enormi pupille verdi colme di sorpresa.
    
    “Che cazzo stai facendo?” Obiettai.
    
    “Io proprio niente …”. Mi rispose sfacciato. “Sei già duro …!”
    
    Mi sentii scoperto.
    
    La creatura che avevo raccolto in strada, ai margini della società, aveva intuito che l’uomo integerrimo che aveva difronte seppelliva dentro di sé la più disonorevole delle bestie.
    
    Eppure la cosa non lo fermava.
    
    “Senti …" Insistette stringendo la presa. "Non è che per caso ti eccita guardare tuo figlio …?”
    
    Non riuscii a proferire una parola. Provai a muovere il capo in un cenno di diniego.
    
    “E invece secondo me ti eccita …” Sorrise lui. “E pure tanto …”.
    
    Lo fissai atterrito, provai ad allontanarlo ma non ci fu verso di fermarlo.
    
    “Non ti distrarre”. Sussurrò. “Guardalo”.
    
    E, scendendo sulle ginocchia, liberò il mio tormento dalla morsa delle mutande e cominciò a succhiare lentamente, come se volesse lasciarmi ...
    ... il tempo di pensare a quello che stava accadendo.
    
    Mi godetti i suoi colpi di lingua e tornai alla scena che maggiormente aveva attirato la mia attenzione.
    
    Alessandro era in piedi dietro ad Annibale e brandiva un’erezione poderosa.
    
    “Mettiti a pecora …”. Ordinò. “Sono pienissimo …”
    
    Il ragazzo non si fece pregare.
    
    Si sfilò gli slip ed obbedì al suo padrone, offrendogli le grosse natiche spalancate.
    
    Vidi negli occhi del marcantonio la stessa febbre che mi aveva turbato negli ultimi giorni.
    
    Sospirai profondamente e cercai di sincronizzare i miei movimenti con i suoi.
    
    Con più forza lui spingeva le dita nel culo di mio figlio con più forza io sbattevo la nerchia nella bocca di Iryl.
    
    Ero sul punto di scoppiare.
    
    Il porco afferrò un cubetto di ghiaccio e lo passò sulla schiena di Annibale, fino a raggiungere il solco dei glutei.
    
    Una vertigine di piacere mi costrinse ad appoggiarmi allo stipite.
    
    La troia mugolava come un’assatanata. “Fottimi ti prego ho bisogno che mi monti il buco”.
    
    Lo stallone inumidì la cappella con la saliva e la avvicinò allo sfintere.
    
    “È questo il divano?” Chiese ansimante mentre spingeva il glande sulla rosetta del mio bambino.
    
    “Che divano?” Annibale riusciva a malapena a parlare per il dolore.
    
    “Quello su cui tuo padre si fa le seghe”. Chiese lui mentre, con un colpo di reni, affondava l’asta dentro al retto.
    
    “Cristooooo! …. Siii ... Siiii ..”
    
    Mio figlio si portò la mano tra le gambe e cominciò a masturbarsi ...