Il tormento di un padre (montami il culo papà)
Data: 15/02/2021,
Categorie:
Gay / Bisex
Autore: LuogoCaldo, Fonte: Annunci69
... muoveva nel buio in un gesto di assenso.
“Ma cosa cazzo ti è successo? Che hai fatto?” La voce di Annibale si fece sempre più vicina.
“Niente … Stavo tornando a casa e un matto mi ha aggredito … In pieno centro pensa!”
“Ma come ti ha aggredito? Chi era? … E non c’era nessuno? Perché non sei andato alla polizia?”
“Ma che ne so chi era … Un matto … Che gli dicevo alla polizia? Che uno con un loden e un cappello da bambino mi ha preso a pugni …? Ma dai … Era buio, mi ha colto di sorpresa … Manco l’ho visto in faccia …!”
“Che città di merda!”. Sbottò Annibale. “Siediti qui ti prendo del ghiaccio”
La luce del salotto filtrò attraverso le fessure della porta.
Dentro lo sgabuzzo Iryl si era fatto vicino e mi stringeva forte.
Riuscivo a sentire il suo respiro di vaniglia.
“Chissà che vita hai avuto tu …” Pensai.
Lo abbracciai a mia volta e, intanto, accostai lo sguardo alle ante della persiana.
Alessandro si muoveva tra le mie cose con una disinvoltura che mi infastidiva. Si accomodò sul divano, sistemandosi con le cosce allargate e col il viso rivolto verso il soffitto.
Il piccolo ucraino sbirciò fuori e cominciò a tremare. “Che ci fa lui qui? Ma lo conosci …?”
“Shhh …” Lo guardai con gli occhi spalancati. “Non devi fiatare”
“Metti questo sull’occhio”.
Annibale doveva essere stato buttato giù dal letto. Indossava gli slip e, per il resto, era completamente nudo.
Il suo corpo era perfetto e la pelle candida lo fasciava come una ...
... guaina di latte.
Si sistemò sulle ginocchia del suo amante e gli appoggiò un canovaccio pieno di ghiaccio sulla tempia.
“Guarda che ti ha fatto …!” Gli sussurrò con premura.
E, intanto, gli stampava piccoli baci sulla fronte.
“Ora che ci sei tu va già meglio”. Gli rispose l’uomo.
Gli accarezzava la schiena liscia e faceva scivolare la mano dentro alle mutande.
“Sei sicuro che non torna?”
“Chi?”
“Tuo padre dico … Sei sicuro?”
“Si, si … È a lavoro … Quand’è così torna la mattina a cambiarsi prima di andare in tribunale …”
L’uomo sospirò profondamente.
Annibale avvicinò con passione il volto di velluto alla barba ispida dell’amante e lasciò cadere il fagotto di ghiaccio sul bracciolo del divano.
Gli leccò la guancia, le labbra e, quando fu arrivato al collo, cominciò a sbottonargli la camicia.
Si inginocchiò sul tappeto, tra le gambe del marcantonio, e, slacciatagli la cintura, gli abbassò i calzoni fino alle caviglie.
“Quanto mi piace quando dorme …”. Disse con gli occhi colmi di desiderio.
E si avventò come un’idrovora sul cazzo barzotto dello stallone.
“Ahhh … Proprio di questo avevo bisogno stanotte … Come succhi bene tu … mmmh …”
“Ma quello è tuo figlio?” Sussurrò Iryl stupito.
“Si …”. Risposi con un filo di voce.
Non sapevo come comportarmi.
Per la seconda volta, proprio dinanzi ai miei occhi, il frutto dei miei lombi faceva scorrere la lingua sull’ariete di quel maiale.
Lo faceva con devozione, come se stesse ...