1. Sandra, uno sconosciuto, una sera


    Data: 06/05/2018, Categorie: Prime Esperienze Hardcore, Autore: antonioeffe80, Fonte: xHamster

    ... ridere da sola. Stava rallentando il passo e presto lo sconosciuto l’avrebbe raggiunta e superata, lei e i suoi film erotici. Infine, proprio come aveva immaginato, l’uomo la raggiunse e la superò però le diede un’occhiata che non lasciava molta fantasia alle eventuali intenzioni sessuali su di lei. Lei continuò a ridere, non sapeva neppure lei se per la precedente immagine mentale o quella attuale. Fatto sta che l’uomo si fermò e la guardò tranquillo con lo sguardo tra il faceto e l’imbarazzato: “posso esserti d’aiuto?” Sandra smise all’istante di ridere e, con aria sorniona, lo guardò con il sorriso sulle labbra: “in che senso?” rispose; “non saprei… hai bisogno di una guardia del corpo che ti aiuti a rientrare a casa?”. Il viso di lui era proprio bello: due grandi occhi scuri facevano capolino da una corona di ciglia folte e scure anch’esse. Lei lo guardò seria e rispose: “e perché no?”. “Vieni qua, dammi il braccio; non penso che quei tacchi siano tanto comodi…”. ”Anche sì, basta essere abituati!” rispose lei con una punta d’orgoglio. Ma non disdegnò il braccio che lui le tendeva e vi si appoggiò quasi come fosse una farfalla dispettosa. “Dritti, destra o sinistra?” chiese lui; “ah, io sono Francesco”, “ed io Sandra, dritti ancora un po’ e poi a sinistra.” “Che ci fai ancora in giro all’alba?” -“Bhe, potrei farti la stessa domanda… sto tornando da una festa, tu?”-“potevi prendere un taxi, invece che farti tutta la città a piedi, perché è ciò che stiamo facendo… comunque ...
    ... ero con degli amici in un bar a bere qualcosa”-“Guarda che non te l’ho chiesto io di accompagnarmi”, rispose piccata Sandra. “Infatti, ma lo dicevo per te, dai!”-“E tu perché non hai preso un taxi?”-“Avevo voglia di pensare e fare quattro passi, poi io abito qui vicino… ti va di venire da me: dormi un paio d’ore e poi torni con calma a casa!” Sandra non ci pensò un attimo; non aveva voglia di pensare, troppo tardi o troppo presto; camminare fino a casa sua era piuttosto lungo, lo realizzava solo ora.. “Perché no?”. Non lo sapeva neppure lei eppure quel tipo le piaceva e si fidava di lui. Giusto, sbagliato? Non lo sapeva e forse non le interessava neppure: cacciarsi sotto la doccia e in un letto pulito era ciò che desiderava ora. “Allora guarda che siamo arrivati!” fece lui girandosi alla sua sinistra ed infilando la chiave nella toppa dell’antico palazzo liberty. Lei si guardò intorno e vide un palazzo bellissimo ricco di foglie d’acacia e di polene: un liberty ricco, vero, ma elegante. All’interno si apriva un ampio atrio in marmo grigio con delle splendide venature verdi: pavimenti e muri erano uguali; evidentemente qualche architetto doveva averci messo mano ben dopo la sua costruzione; eppure così come era stato sistemato, non stonava con il resto dell’imponente architettura. Anche i punti luce erano stati rivisitati in nuova chiave, abbinando attentamente elementi antichi e moderni, quasi minimalisti eppure tutto era armonico. Davanti a loro vi erano cinque gradini e poi ...
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