1. Tra Vecchio e Nuovo – Zia e Nipote


    Data: 31/01/2021, Categorie: Incesti Autore: Raccontatore, Fonte: RaccontiMilu

    ... esagerato… Io volevo solo…” Rita non fece in tempo a finire la frase, che Matteo si alzò di scatto. “Nono abbiamo sbagliato, mi dispiace… Zia io… Non so che mi è preso…” “Fermo, tranquillo, non c’è niente di sbagliato, non sentirti in colpa!” Cominciò la donna con una certa lucidità e calma che sorprese Matteo. “Ma tu sei mia zia! Io non… Posso… Ho bisogno di un po’ d’aria, devo camminare.” Matteo si avvicinò all’ingresso e si infilò le scarpe e il cappotto. “Aspetta, vengo con te.” Fece Rita cercando di seguirlo. “No, voglio stare solo… Scusa.” Dicendo questo, il ragazzo chiuse la porta alle sue spalle. Rita rimase di stucco. Non si sarebbe mai aspettata una reazione del genere da Matteo. In quei mesi in cui avevano convissuto gli era sembrato pronto, ma forse era stata eccessivamente precoce. La donna si abbandonò sul divano infilandosi le mani tra i capelli. Che aveva combinato?
    
    Matteo scese le scale di corsa con la mente piena di pensieri.
    
    L’incesto lo temeva quasi più di ogni altra cosa. Una sorta di complesso edipico nei confronti di sua zia? Ma no, che c’entrava edipo, che si era scopato la madre e aveva ucciso il padre. Però era pur sempre incesto. Deplorevole, aberrante, sbagliato su più fronti.
    
    -Cristo! Che cazzo di incoerente che sono! Con tutte le seghe che mi sono fatto su mia zia negli ultimi mesi!- Pensò il ragazzo mentre scendeva i gradini due a due.
    
    Matteo pensò immediatamente al resto della famiglia: cosa avrebbero detto? Cosa avrebbero fatto, ...
    ... vedendoli in quel modo? La fine del mondo, di sicuro. Anzi, non avrebbero nemmeno più fatto parte della famiglia. Peccato capitale. Un conto era immaginare situazioni eccitanti con sua zia, un conto era baciarla. Si sentiva sporco dentro anche per tutto quel che aveva immaginato su di lei e con lei. E ora si erano anche baciati. Improvvisamente desiderò di non essere mai partito per Milano, di non aver mai cambiato vita e città, voleva che tutto tornasse come prima, come se nulla fosse mai accaduto. Ma le lancette dell’orologio non possono essere invertite e il tempo va inesorabilmente in avanti, non arretra innanzi a nessuno.
    
    Matteo camminò fino alla fermata dell’autobus. Aveva bisogno di una sigaretta, doveva fumare per calmarsi, di solito funzionava, ma non aveva sigarette con sé, quindi doveva chiederle.
    
    “Scusi, ha da fumare?” Chiese ad un signore sulla cinquantina vestito da operaio e sporco di calce sui pantaloni.
    
    “No, nun fumo regazzì.” Rispose in accento romano l’uomo.
    
    “Ne ho una io.” Fece una voce dalle sue spalle.
    
    Matteo si girò e sgranò gli occhi. Giovanni con un sorriso amichevole e una sigaretta in mano, se ne stava lì in piedi in attesa di un movimento dell’altro ragazzo.
    
    Matteo gli strappò la sigaretta senza nemmeno ringraziarlo. “Che cazzo ci fai ancora qua?” La accese e cominciò a fumarla in maniera nervosa.
    
    “Aspetto l’autobus da un’ora buona. Oggi è sciopero. Non bastano gli studenti, ora ci si mettono anche gli autisti. Sindacalisti ...
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