Tortura cinese
Data: 22/01/2021,
Categorie:
Dominazione / BDSM
Autore: quiora, Fonte: Annunci69
... irrigidì, iniziò a tremare sempre più, cercò in ogni modo di chiudere le gambe, di rattrappirsi per sottrarsi allo stimolo, ma fui implacabile, la mantenni a gambe divaricate mentre le torturavo la punta che ormai doveva essere insopportabilmente sensibile, finché esplose in un urlo liberatorio e si abbandonò all’orgasmo.
Le liberai il clitoride martoriato dalla morsa, sempre resistendo alla tentazione di alleviarle la sofferenza con la carezza della mia lingua, e le sciolsi i polsi.
Paola, uscita dal trance dell'orgasmo, pareva essere uscita anche dalla sua immedesimazione nel ruolo della liceale ed essere tornata al presente. La sua voce non era più da ragazzina timida e sciocchina, era tornata quella della donna matura e sicura di sé.
“Non osavo sperare che avrei trovato un master.”
“Non sono un master. Diciamo…anche. Ma per gioco.”
“Davvero? Mi piacerebbe essere la tua slave…”
“Vedremo.”
“Mhhh… si Professore! Cercherò di meritare la promozione!”
Paola mi si appiccicò contro sfregandomi con una mano la patta rigonfia e chiudendo gli occhi mi avvicinò le labbra socchiuse. Ci donammo un bacio profondo, lungo e intenso che terminai dandole un piccolo morso sulla ...
... punta della lingua.
“Vuoi che ti faccia venire?” mi sussurrò maliziosamente all’orecchio, continuando a sfregarmi la patta.
Non ebbi il tempo di pensare la risposta, che avrebbe potuto essere affermativa. Il suo cellulare iniziò a squillare e spezzò il pathos.
“Non ora. Ti aspetto domani, ma mezz’ora prima”.
Si rivestì veloce e si risistemò altrettanto velocemente il trucco mentre reprimevo la voglia di prenderla e farle scoprire senza ritegno la passione che mi aveva acceso.
La baciai ancora quand'era sulla porta e la guardai scendere le scale, pensando alle sue natiche viola, finché non sentii il portone chiudersi forte alle sue spalle. Dietro le persiane seguii il suo passo veloce verso casa, poi l’immaginai entrare in casa e raccontare qualche balla al marito.
La sera, mentre attendevo che si illuminasse la sua camera, mi arrivò un lungo messaggio. Diceva che da troppo tempo desiderava rivivere certe sensazioni, che aveva trovato in me il master che cercava, che avrebbe fatto tutto ciò che le avessi ordinato, sempre che avessi voluto darle ordini.
Le risposi. “Vieni domani come ti avevo già detto”.
Chiusi la persiana. Non sentivo più il bisogno di spiarla. Era mia.