Tortura cinese
Data: 22/01/2021,
Categorie:
Dominazione / BDSM
Autore: quiora, Fonte: Annunci69
Paola era la classica donna che non passava inosservata. Seno imponente, curve generose al posto giusto, non la vedevi mai senza trucco e abito coordinato; neppure se pur fosse uscita solo per gettare l’immondizia. Ma non dava l’aria di tirarsela, tutt’altro: molto espansiva, solare, sempre sorridente, la battuta pronta, ironica e a volte maliziosa. Tutto l’opposto del marito, che sembrava schivare ogni contatto umano per lesinare il saluto.
Eravamo vicini di casa ormai da tre mesi, da quando mi ero separato e trasferito in un appartamento ammobiliato, che prima di me era affittato a studenti, all’ultimo piano di una piccola palazzina in un quartiere residenziale dove le famiglie vivono nella stessa casa da generazioni. Paola era stata la prima a darmi il benvenuto, appena arrivato; ci teneva a raccontarmi vita, morte e miracoli del mio appartamento e dei precedenti inquilini. Dapprima la tenni un po’ a freno, temendo fosse la solita curiosona in cerca di novità per spettegolare col vicinato. Poi capii che era in cerca di amicizia vera. Pur essendo entrambi da un pezzo negli “anta” (e lei, probabilmente, da prima di me; anche se teneva gelosamente nascosta la sua età), avvertivo in lei una grande vitalità, molto in sintonia con la mia.
Continuavamo a darci del lei mantenendo una certa formalità, come se giocassimo ai bravi vicini educati, ma non stavo più nella pelle dal desiderio di scoprire se quella sensualità elegantemente erotica che trapelava dal suo aspetto fosse ...
... solo apparenza o se fosse quel vulcano dormiente che speravo.
L’occasione me la fornì quando mi chiese: “Allora, come si trova? Ha fatto dei cambiamenti? La camera da letto l’ha mantenuta nella stanza che guarda casa mia?”
Avrei voluto risponderle: “E’ quella con la finestra da dove ti guardo quando ti spogli, dimentichi spesso la tenda mezza tirata…” Ma le dissi: “salga un attimo, le faccio vedere la casa, se non si spaventa del disordine, sa da single sono anche molto fuori casa...” “ma io non gliela sistemo mica, sa…già fatico a fare le mie, di faccende…” solite banalità.
Capii che da quand’ero arrivato non attendeva altro che quell’invito. E guarda caso, cadeva proprio in un pomeriggio d’estate, mentre il marito era intento alla sua solita pennichella di cui lei, sempre casualmente, mi aveva informato.
Paola pareva conoscere perfettamente il mio appartamento. L’arredamento era d’epoca, come lasciato dal vecchio proprietario, lei mi aveva raccontato essere un professore di matematica presso cui prendeva lezioni quand’era studentessa liceale. Tutto aveva un’aria austera, immutata da decenni come fosse un museo, nonostante alcuni poster e adesivi lasciati dagli studenti, che non avevo rimosso un po’ per pigrizia, un po’ perché speravo di trovar presto una miglior sistemazione. Stavo utilizzando il minimo indispensabile, ignorando completamente alcune parti della casa. Come lo studio del professore: una stanzetta verso cui Paola si diresse immediatamente, ansiosa ...