Tortura cinese
Data: 22/01/2021,
Categorie:
Dominazione / BDSM
Autore: quiora, Fonte: Annunci69
... di ritrovarci ciò che ricordava: una scrivania a parete, incastonata in una libreria.
“Sapesse quanti pomeriggi ho passato qui…” e così dicendo si sedette sulla poltroncina davanti alla scrivania.
“Era severissimo, sa… Mi dava certe punizioni…” nel pronunciare queste parole mi guardava dal basso in alto, con lo sguardo di chi sa di aver qualcosa da nascondere e si attende un rimprovero. Ero in piedi, appoggiato alla scrivania, immaginavo di essere il professore che esaminava il suo quaderno pieno di errori.
“Ah, si? Se ne ricorda ancora? Punizioni…corporali?” dissi in tono ironico.
Senza dir nulla sollevò la serrandina della scrivania e aprì con decisione un cassetto laterale. Pareva vuoto, ma vi infilò una mano, frugando in fondo…le sfuggì un gridolino di eccitazione, estrasse due bacchette cinesi di bambù, me le mostrò come avesse trovato un tesoro: “ma pensi…sono ancora qui!”
“Ah, era quella la punizione? Le faceva mangiare riso cantonese?” ironizzai.
“No, no…davvero, era severissimo. Ma per il mio bene. Mi infliggeva certe punizioni…”
“La bacchettava sulle dita?”
“No… me le batteva dove non si vedevano i segni. Me ne dava tante…”
“Che se le ricorda ancora.”
“Me le ricordo, sì…ma non è un ricordo brutto. Era per il mio bene…” E così dicendo mi guardò di nuovo con quell’aria da ragazzina che ha qualcosa da nascondere.
Troppo ambiguo quello sguardo. Troppi pensieri libidinosi per la mia mente. Decisi di giocare una carta: fosse stata ...
... sbagliata, tutt’al più avrei rotto l’amicizia.
Appoggiai un gomito alla scrivania, avvicinai il viso ad un palmo dal suo, con l’altra mano le sollevai il mento costringendola a guardarmi dritto negli occhi:
“Paola, anche adesso meriteresti una punizione. Per il tuo bene.”
“Se lo dice lei, professore, la merito. Mi punisca.”
Avevo ancora il forte dubbio che Paola mi volesse solo provocare.
“Preparati alla punizione.”
Paola lentamente – molto lentamente – si alzò e si slacciò i jeans, calandoli fino alle ginocchia. Si appoggiò con i gomiti alla scrivania e inarcò la schiena protendendo i glutei in alto. Rotondi, sodi, una meraviglia ora, chissà che schianto quand’era una ragazza! Indossava un perizoma che le spariva tra le natiche.
“Sono pronta per la punizione, Professore.” Lo disse con estrema serietà.
La gola mi si era seccata dall’emozione. Avrei voluto tuffare la mia lingua in quel solco scostando la stringa del perizoma, tirarglielo per farlo entrare tra le grandi labbra, respirare tutto il profumo di donna in calore che le sentivo emanare da ogni poro. Ma non era il momento.
Afferrai entrambe le bacchette dal lato sottile, tra il pollice e l’indice, e vibrai la prima sferzata, al centro della natica, con uno schiocco secco. Le sfuggì un mugolio, si morse il labbro mentre il rossore affiorava.
Non avevo mai usato bacchette per quello scopo, mi resi presto conto che potevano lasciare segni molto marcati sulla pelle di Paola. Ma lei non li vedeva, né ...