L'inquilino della porta accanto - 1
Data: 15/01/2021,
Categorie:
Gay / Bisex
Autore: adad, Fonte: Annunci69
... cucina.”
“Mia madre diceva che la cucina è il posto più caldo della casa… non in senso termico, naturalmente.”, ha detto lui, seguendomi.
“E aveva ragione…”
È venuto facile continuare a discorrere con lui, mentre rimestavo i miei ossobuchi in umido e ci sedevamo al tavolo con due bicchieri di moscato fresco. Dopo un po’ eravamo passati al tu e avevamo scoperto di avere parecchi interessi in comune, fra cui l’amore per la buona tavola. Mentre ci scambiavamo affabilmente pareri ed opinioni, gli ossobuchi hanno raggiunto la cottura perfetta, così che mi sono alzato dal tavolo e per andare a spegnere il gas.
Anche Beppe si è alzato.
“Si è fatto tardi. Vado a buttare qualcosa nel microonde. – ha detto – mi ha fatto piacere conoscerti.”, e si è avviato alla porta.
“Buttare qualcosa nel microonde? – mi sono allora scandalizzato – Ma come, ti piace mangiare bene e vai a buttare qualcosa nel microonde?”
Lui ha sorriso:
“Ho detto che mi piace mangiare bene, non che sono bravo come te.”
“Non se ne parla! Il microonde è la negazione perfino dell’esistenza di Dio! Dai, siediti, ce n’è anche per te.”
Lui ha cercato di protestare, ma non ho sentito ragione: l’ho spinto a sedersi e gli ho piazzato davanti il piatto in cui troneggiava un polposo ossobuco col suo sughetto, accompagnato da un’abbondante cucchiaiata di piselli.
Devo dire che ci ha fatto onore: alla fine, a furia di scarpettarlo, il piatto sembrava appena uscito dalla lavatrice.
“Gesù, che ...
... buono! – ha detto, soddisfatto – Sei davvero un uomo da sposare!”
“Se trovo chi mi si piglia…”, ho scherzato io.
Mi ha guardato con un’espressione strana o è stata solo la mia immaginazione? Poco dopo se n’è andato, lasciandomi con un carico di libidine compressa nelle palle, che è difficile immaginare. Volevo spararmi subito una sega, ma mi sono accorto che a parte il volto regolare e dai lineamenti marcati, a parte i bei capelli ondulati e gli occhi incredibilmente luminosi, non riuscivo a focalizzare niente di lui, e non puoi segarti, sognando di immergerti in due occhi azzurri come l’oceano in una giornata d’agosto.
Che ho pensato a lui tutta la notte è innegabile… e anche il giorno dopo in ufficio… tanto che ho combinato ben poco sul lavoro e i colleghi ad un certo punto hanno cominciato a guardarmi incuriositi.
Tornato a casa, l’eccitazione accumulata nelle ore precedenti ha cominciato a produrre i suoi effetti, con il cazzo che mi formicolava nelle mutande e strani brividi che mi correvano sotto la pelle al minimo refolo di vento dalle finestre aperte. Ho pensato bene di farmi una doccia e non so neanch’io come ho fatto a resistere alla voglia di masturbarmi e sborrare, mentre l’acqua calda mi ruscellava sulla schiena e io insistevo a sfregarmi certe parti del corpo con la spugna saponosa. Ma c’era qualcosa che mi bloccava, uno strano ritegno che mi impediva di afferrarmi l’uccello e darci quattro menate!
Ero appena uscito dalla doccia e mi stavo asciugando, ...