1. Paternità 2


    Data: 05/01/2021, Categorie: Etero Autore: geniodirazza, Fonte: Annunci69

    ... avrebbe visto chiunque; in aggiunta, c’era la mia aria da rintronato mentre la seguivo all’ascensore che ci portava alla sua camera; neanche mi accorsi che si trattava di una suite assai elegante; per me contava solo che ci fosse lei e il suo didietro che catturava il mio sguardo incantato; avevo voglia di fare l’amore con lei e, una volta tanto, lasciavo da parte l’eloquio perché non dovevo conquistare, visto che mi aveva conquistato.
    
    Accese una musica di sottofondo e riconobbi la cavalcata delle Valchirie; non mi sembrava l’ideale, per una serata da innamorati o da amanti; glielo dissi; si limitò a rispondermi che adorava Wagner e quel brano in particolare; avrei capito il perché, quando ci fossimo conosciuti meglio; ma quello che aveva detto mi era già stato sufficiente a cogliere che avrei avuto a che fare con una vera amazzone, in amore; mi aspettavo a quel punto di essere cavalcato da una virago, esperienza affascinante.
    
    Il bacio in cui mi avvolse era da autentica cannibale; aspirava le mie labbra nella bocca, vi infilava la lingua e la passava lussuriosa su ogni superficie; decisi che, almeno per una sera, potevo essere il suo Sigfrido; l’abbracciai voglioso e tirai giù la cerniera che chiudeva dietro il vestito, dal collo alla curva sensuale delle natiche; l’abito scivolò ad accartocciarsi a terra come la pelle di un serpente nella muta; le mie mani percorsero il corpo alabastrino in ogni curva e anfratto.
    
    Godeva e gemeva, la mia ‘donna di Pietra’, come ...
    ... scherzavo sul suo nome; ma dimostrò subito di essere duttile e burrosa quando faceva scivolare il corpo sul mio; mi staccai dal bacio a ventosa, mi sedetti sul bordo del letto e mi fiondai su un capezzolo grosso come una fragola e dolce altrettanto; era uno dei punti erogeni sensibili e lo disse subito urlando di piacere; presi con le mani le mammelle e titillai i capezzoli insieme, uno con le labbra e uno tra le dita; la feci gemere a lungo.
    
    Staccai la destra dal seno e afferrai la vulva a palma larga; il medio spostò il filo di stoffa di un minuscolo perizoma e penetrò in vagina; cercai il clitoride e lo tormentai; ululava come una sirena nella notte; l’orgasmo le esplose violento, imprevisto, e mi inondò la mano di umori che scendevano a fontana; decise di riprendersi il controllo e mi fece alzare, sedendosi al mio posto; abbassò la cerniera del pantalone e me lo abbassò fino alle caviglie, insieme allo slip.
    
    La ventosa, che mi aveva aspirato la lingua e l’aveva succhiata fino alla libidine pura, si spostò sul sesso e lo sottopose alla più dolce ed estenuante tortura che avesse mai subito; la lingua guizzò a lambire i testicoli gonfi di voglia, che poi finirono, uno per volta, nella sua bocca, succhiati, leccati e titillati fino allo spasimo puro; poi fu la volta dell’asta ritta lungo il ventre; Petra l’assaporava come un gelato goloso e la sollecitava al piacere.
    
    La infilò parzialmente in bocca, senza smettere di lambirla con la lingua e di titillarla sul palato; ...
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