1. Questione di DNA


    Data: 24/12/2020, Categorie: Etero Autore: lula, Fonte: EroticiRacconti

    ... le disse che era da un cliente e non sapeva quando sarebbe tornato. E aggiunse: "Posso aiutarla io? Di che aveva bisogno?”
    
    Cercò di tergiversare, sperando che nel frattempo arrivasse Stefano e così disse che aveva quattro sedie da rifoderare e che le era stato indicato questo negozio da una sua amica. Voleva vedere qualche stoffa ed avere un preventivo, per farsi un’idea.
    
    Il figlio fu gentile e il lavoro glielo aveva insegnato proprio bene Stefano, tant’è che propose a Cristina un tessuto davvero bello e le disse di portare le sedie la settimana successiva. Al che Cristina sollevò un problema logistico:” Io ho una Smart!”, al quale però il ragazzo trovò subito una soluzione. “Mi lasci il suo indirizzo e numero di telefono, verremo noi a ritirarle. La chiamerò per concordare il giorno e l’ora”.
    
    Cristina ringraziò e uscì abbastanza soddisfatta. È vero che aveva affrontato una spesa non prevista, ma aveva la possibilità di incontrare Stefano quando fosse venuto a prendere le sedie.
    
    La sera Cristina gli scrisse che era passata in negozio, ma lui non c’era.
    
    Rispose:”Nooooo! Come eri vestita?”
    
    Non capì subito il perché di quella domanda, ce n’erano mille che avrebbero avuto più senso, ma rispose:
    
    "Normale. Pantalone nero, magliettina nera, bolerino, cinta e scarpe rosse. Però le scarpe erano con il tacco” (seguito dalla faccina che ride).
    
    -” Cazzo! Eri proprio tu!”
    
    Continuava a non capire il senso di questi messaggi, pensò che l’avesse vista di ...
    ... sfuggita, lui tornava mentre lei andava via, infatti chiese:
    
    "Ma mi hai vista?”
    
    E ci fu la risposta chiarificatrice:
    
    “No, io no. Ma quando sono tornato, mio figlio mi ha detto queste testuali parole "Papà, oggi è venuta una donna che emanava sesso da tutti i pori, tanto so pure come rincontrarla perché vado a prendere le sue sedie”. Gli ho chiesto di descrivermela e, purtroppo per me, le descrizioni combaciano”.
    
    Tentai di sdrammatizzare, ma avevo intuito che questo per lui rappresentava un problema, e dissi: “Beh! Avete gli stessi gusti. Questione di DNA!”
    
    Continuarono a sentirsi, ma Stefano sembrava essere più distante e poi le comunicò che sarebbe venuto con il figlio a ritirare le sedie, ma dovevano far finta di non conoscersi perché al figlio non aveva detto nulla.
    
    Martedì alle 11 arrivarono a ritirare le sedie. Molto professionali, guardarono attentamente le sedie, parlarono tra di loro di cose tecniche, poi cercarono di spiegarle anche a Cristina, ma capì solo che dovevano mettere un supporto. Caricarono le sedie e dissero che l’avrebbero contattata a lavoro finito.
    
    Passarono due giorni, squillò il telefono, Cristina rispose. Era il figlio, Riccardo, e chiese se gentilmente potesse passare in negozio perché era sorto un problema con il tessuto. Sarebbe potuta andare l’indomani.
    
    Quella sera non riuscì a parlare con Stefano, le disse che era a cena con i parenti della moglie.
    
    La mattina Cristina si preparò, si mise un paio di jeans un po’ aderenti, una ...
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