1. Sottomesso alla mia capo 5: il festino finale


    Data: 01/05/2018, Categorie: Dominazione / BDSM Autore: None, Fonte: EroticiRacconti

    ... sfilò la gonna e tirò fuori…Un grosso cazzo nero! Quella visione mi sconvolse: Megan non era, quindi, la gran fica che sembrava, ma piuttosto una splendida trans!
    
    La cosa mi spaventò: non avevo mai avuto tendenze gay e neppure avevo mai preso in considerazione le trans, per cui avrei solo voluto sfuggire a quel grosso mattarello di carne che si tendeva davanti a me. Ma non potei. Infatti intervenne la mia padrona, che disse: «Imbecille, non vedi che la mia amica ha bisogno di un pompino? Cosa aspetti a cominciare? Tanto lo sappiamo già che ti piace la sborra…». In realtà, bere lo sperma era per me un’operazione profondamente umiliante, anche se Barbara mi aveva costretto più volte a farlo col mio, e così raccolsi le forze per una timida protesta: «Ma io, veramente…». Ma Barbara m’interruppe subito: «Ma tu cosa? Che lecchi lo sperma dalla mia mano come se fosse crema pasticciera? Che c’è, vuoi un’altra ripassata del mio frustino sulla cappella?».
    
    A quelle parole fui preso dal terrore, e mi misi, pur controvoglia, ad approcciare il cazzo di Megan, suscitando una risata divertita di Simona. Cercai di impegnarmi per farle quello che a me, al suo posto, era sempre piaciuto, facendo su e giù con la bocca e accompagnando il tutto con avide succhiate. Così la stronza si mise a mugolare di piacere, invitandomi ad accelerare sempre di più, finché sentii in bocca le prime gocce del suo liquido e, infine, lei mi schizzò un fiotto caldo, appiccicoso e denso dritto in bocca, ...
    ... urlando: «Bevi, bastardo, bevi!».
    
    Ma il divertimento delle mie sadiche dominatrici non era ancora finito. Infatti mi portarono nella cucina-soggiorno, che aveva un grande tavolo al centro. Mi costrinsero a mettermi in piedi a un capo del tavolo con i gomiti appoggiati allo stesso. Barbara si spogliò nuda e si sedette sul tavolo, proprio davanti a me, con le caviglie nelle mani e, senza tante perifrasi, mi ordinò di leccarle l’ano, cosa che prontamente iniziai a fare. La padrona era stupenda in quella posizione e l’operazione che dovevo farle, per quanto disgustosa, mi eccitò selvaggiamente. Intanto Megan, di nuovo eccitata, approfittava della mia posizione per far sentire la punta dura della sua mazza contro il mio foro, mentre Simona, seduta a cosce aperte su una sedia, si godeva lo spettacolo masturbandosi. Avrei voluto fare qualcosa per impedire che Megan mi penetrasse, ma non potei, visto che Barbara la stimolava apertamente dicendo: «Sì cara, inculati la mia troia, voglio vederla aperta in due fino allo stomaco!» E la “troia”, per chi non lo avesse capito, ero proprio io. E così, mentre la mia lingua si occupava con diligenza di ogni millimetro dell’ano della mia padrona, comprese le parti non proprio pulite, Megan, con le mani sui miei fianchi, iniziò a esercitare una pressione progressiva ma ineluttabile sul mio foro anale. Era la cosa più mortificante che mi fosse mai capitata, ma non potevo farci nulla. Neppure urlare, dato che avevo la bocca impegnata. Potevo solo ...