1. Il segretario particolare - 2


    Data: 22/12/2020, Categorie: Gay / Bisex Autore: adad, Fonte: Annunci69

    E così iniziò lo strano sodalizio fra il giovane Vito e il suo datore di lavoro, don Salvatore Minghiazza, gestore di un’agenzia di accompagnatori per donne sole e all’occorrenza accompagnatore lui stesso.
    
    Bisogna dire che il rapporto fra i due scivolava via abbastanza tranquillo e senza ombra alcuna: Vituzzo si dimostrava un segretario attento e ligio ai suoi doveri, che, come sappiamo, non si limitavano a tenere aggiornata l’agenda e preparare il caffè per don Salvatore; questi, dal canto suo, era sempre gentile e premuroso col sottoposto. Talvolta Vituzzo lo sorprendeva a guardarlo sornione e allora si preparava, perché immancabilmente qualche istante dopo lo sentiva:
    
    “Vituzzo, vieni un momento, per favore.”
    
    E Vituzzo andava e lo trovava già con i pantaloni aperti e l’uccello turgido di fuori.
    
    “Da bravo, Vituzzo, fammi un lavoretto, ché mi è venuto un po’ di calore addosso.”
    
    E Vituzzo, da bravo segretario, accorto ai bisogni del suo capo, gli si inginocchiava davanti e si dava da fare. E siccome il calore addosso a don Salvatore veniva abbastanza spesso, era parecchio il tempo che il bravo Vituzzo si trovava a dover dedicare alla sua delicata, quanto esigente, appendice.
    
    Qualcuno si chiederà come potesse il giovane accettare una situazione così umiliante, senza denunciarlo a chi di dovere o almeno sputtanarlo in giro: insomma, era il suo segretario, mica la sua puttana!
    
    Beh, dire che il giovane accettasse questo trattamento supinamente sarebbe ...
    ... eccessivo: i primi giorni aveva provato in effetti un moto di insofferenza, ogni volta che don Salvatore lo convocava, ma poi, a poco a poco, grazie anche alla gentilezza con cui l’altro lo trattava e l’evidente piacere con cui lo vedeva accogliere le sue prestazioni, non ci aveva fatto caso più di tanto.
    
    E poi… Vabbè, diciamolo: il godimento di cui avvertiva preda don Salvatore, mentre glielo succhiava, la felicità e la gratitudine che gli leggeva sempre in volto, negli occhi brillanti, una volta giunti a compimento, iniziarono ad essere per lui motivo di soddisfazione. Insomma, non dico che Vituzzo avesse cominciato a prenderci gusto, ci mancherebbe: non era mica un finocchio! tuttavia era innegabile che si ritrovasse a svolgere questa parte del suo lavoro con sempre minore insofferenza e maggior dedizione, anche se sono convinto che fosse frutto unicamente della riconoscenza per le attenzioni e le carinerie che il datore di lavoro gli riservava: il cioccolatino che trovava accanto al computer la mattina, per esempio, o l’invito a pranzo a mezzogiorno nella vicina tavola calda e così via. Mai però che don Salvatore si fosse permesso di chiedergli qualcosa oltre al caffè e al bocchino, quando il calore lo prendeva.
    
    Una mattina, Vituzzo stava lavorando al computer, quando si riscosse all’improvviso con la sensazione di qualcosa di strano… Si guardò attorno stranito: don Salvatore sedeva alla sua scrivania, assorto in quello che stava facendo; poi diede un’occhiata all’orologio: ...
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