Come ho reso Martina la mia schiava toilette
Data: 19/12/2020,
Categorie:
Lesbo
Feticismo
Dominazione / BDSM
Autore: Kattrin, Fonte: xHamster
... lascerò crescere anche io, Fanculo gli standard di bellezza,” disse.
Risi. “Per come conosco noi due, piuttosto ci pisciamo sopra gli standard di bellezza.” Martina non disse nulla ma spostò la barca verso una piccola isola erbosa lì vicino. La aiutai meglio che potei.
Quando arrivammo lì, uscimmo dalla barca e camminammo nude attraverso le sterpaglie, fino a che eravamo sicure che nessuno potesse vederci. Quindi lei si girò e mi disse. “Guardami padrona. Tutto questo appartiene a te. Voglio che sia tutto tuo e di nessun altro.”
Sorrisi. “Credo di conoscerti meglio e più intimamente di molti altri,” dissi. “Questa parte di te mi appartiene.”
Rispose: “Oh dea, nessuno mi conosce come te. Nessuno sa le cose che sai tu. Con te posso essere me stessa.”
Sorrisi e le diedi un’occhiata dall’alto in basso. Era bellissima, sexy, ben scolpita e desiderabile. E terribilmente naturale. Amavo i peli del suo pube, le sue tette, la sua fica, il suo culo. “Piscia per me,” dissi.
Senza esitare allargò le gambe e aprì le sue labbra. Mi chiedevo se fosse possibile pisciare con un fallo su per il culo, quando lei già la stava facendo cadere. Il suo piscio spruzzava per terra davanti alla sua padrona. Cercai la sua fica e lasciai il caldo flusso scorrere sulla mia mano, strofinando poi le dita bagnate sulle sue tette. “Oh padrona,” gemette. “Mia dea, tu sai come dare piacere alle mie tette.”
Sorrisi e la feci piegare su un tronco d’albero, e mentre la sua fica stava ancora ...
... pisciando spinsi le mia dita dentro di lei e iniziai a fotterla. Il suo piscio spruzzò sul mio braccio mentre lavoravo la sua fessura e lei gemeva forte. “Oh Sì,” urlò. “Sì padrona, fammelo, usami!” Conficcai due dita dentro di lei e le piegai, così potevo massaggiare la parte con i miei polpastrelli. Sentivo il fallo mentre mi muovevo fuori e dentro di lei. Gemette più forte. “Fottimi forte,” ansimò. “Fottimi come la tua troia, come la tua fica schiava.”
Le sculacciai il culo con vigore con l’altra mano. “Cosa sei?” chiesi.
“Sono la tua piccolo fica schiava,” rispose.
La colpii ancora. “Non ti sento,” dissi.
“Sono la tua sporca sconcia schiava!” urlò forte. La sculacciai un’altra volta più forte. Tremò. “SONO MARTINA LO SPORCO BUCO DI FICA SCHIAVA DI KAT!” gridò.
Non avevo idea se qualcuno potesse sentirci, ma il pensiero di lei che urlava la sua eccitazione al mondo mi eccitò così tanto che persi le mie inibizioni e volevo soltanto sfinirla. Brutalmente, conficcai quattro dita dentro la sua fica come in una tasca. Lei spinse indietro contro il tronco mentre le sue tette dondolavano grandi e pesanti sotto di lei. Le schiaffeggiai con una mano, facendole sobbalzare ancora di più.
“Sì, sulle mie mammelle,” mi spronò. “Trattami come una sporca puttana da fattoria.” Il mio braccio diventava pesante per le spinte e divenni ancora più audace. Tirai fuori le dita e congiunsi strette le mani, allargai i pollici e spinsi tutte le otto dita dentro di lei.
Sentii il ...