1. Il segreto del vittoriale 3


    Data: 14/12/2020, Categorie: Etero Autore: tiguardo69, Fonte: Annunci69

    ... che conduceva al bagno, una scarpa… poi l’altra… la sua camicetta stropicciata … ed infine lei. Si stava spogliando poco a poco, noncurante del fatto di non esser sola… probabilmente ancora non perfettamente in sé, forse presa dai suoi pensieri, canticchiava un motivetto senza parole, camminando in punta di piedi. Rimasi a fissarla, d’altronde chi avrebbe potuto distogliere lo sguardo da una scena simile. Ferma davanti alla porta dei servizi, alzò le braccia e con un breve gesto tolse l’elastico ai capelli, sciogliendoli e scompigliandoli, poi continuò scendendo sulla schiena a slacciare il reggiseno. Il caffè stava salendo ed era quasi pronto, ma il gorgoglio non arrivava alle mie orecchie. Le spalline caddero veloci ed ogni artificioso impedimento, liberò il suo busto da costrizioni. La sua schiena era così liscia e voluttuosa, le sue spalle semi nascoste dai capelli sembravano così morbide, l’incavo della vita così stretto ed i suoi fianchi… ah, che visione: colline pronte per la vendemmia. Appese con un movimento di polso quasi impercettibile l’indumento alla maniglia della mia stanza da letto, mentre a fatica riuscivo a farmi distrarre dal rumore della caffettiera che sempre più arrogante mi richiamava all’ordine. Infilò il pollice della mano sinistra lateralmente nelle mutandine, per agevolarne la discesa e quando le natiche erano ormai scoperte, aprì la porta e scomparve, proprio mentre il bollente liquido nero, fuoriusciva prepotente, colando lungo l’acciaio e ...
    ... rovesciandosi sul gas. Accorsi ad arginare il piccolo guaio. Come ripresomi da un sogno, tolsi imprudentemente, a mani nude, l’ustionante marchingegno dal fuoco, riuscendo a resistere giusto il tempo per appoggiarlo nel lavandino, senza rovesciare quel poco di caffè rimasto all’interno. Goffamente mi soffiai sulle dita scottanti, cercando a tentoni la spugna per pulire il macello che avevo fatto. Sentivo l’acqua scrosciare nella doccia; avevo un’indicibile voglia di correre dietro quella porta, nella speranza di poter intravedere ancora qualche spezzone di quello spettacolo interrottosi così bruscamente, ma imbambolato com’ero rimasto, non avevo nemmeno pensato ad approntare tazzine e zuccheriera. Non potevo certo offrire alla mia ospite il servizio vinto con la raccolta punti nel supermercato dove solitamente mi servivo. Dove avevo messo le porcellane ornate con il filo d’oro? Quella visione aveva mandato in panne il mio cervello e come un idiota in preda al desiderio di fare in fretta, prima che Silvia potesse terminare, non riuscivo a concentrarmi. Ecco sì, il mobile nel salone, anta destra, piano in alto. Mi tuffai a cercare il più velocemente possibile, quando... «Gabriele?!?» Era la sua voce, mi stava chiamando. Mi avvicinai imbarazzato alla porta e con la voce, quasi strozzata: «Sì?» «Gabriele… non c’è più acqua! Possibile?» Cavoli, Palermo e il suo maledetto acquedotto: con la penuria d’acqua, non avrebbero riaperto le saracinesche delle tubature prima di sera.
    
    «Non ti ...
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