1. Lettera di una madre


    Data: 13/12/2020, Categorie: Tradimenti Autore: geniodirazza, Fonte: Annunci69

    ... strumento di piacere addirittura estremo e picchiava con la sua dotazione più che notevole fino a fare talvolta male; ma con lui era entusiasmante anche il leggero dolore che poteva derivare dalla differenza di calibro tra la mazza e il foro in cui entrava a forza.
    
    Col tempo, mi abituai; anche i colpi che la punta del sesso inferiva alla testa dell’utero diventarono parte del piacere che mi procurava sentirmi avvolta tra braccia forti e rassicuranti, baciata con passione su tutto il viso e subito penetrata in vagina dalla grossa mazza; il grande vantaggio delle copule con lui era dato anche dalla durata, sia dei singoli amplessi che della sessione d’amore.
    
    Una copula con lui poteva protrarsi anche per tutto un giorno e una notte, la tensione del suo sesso non veniva mai meno e, quando raggiungeva un orgasmo e scaricava dove capitava, nel ventre, sul corpo o in bocca, le sue enormi eiaculazioni, era quasi immediatamente dopo pronto a ricominciare come se l’amplesso l’avesse ricaricato anziché svuotarlo; per me, fare l’amore con lui era sublime.
    
    La nostra ‘clandestinità’ non ebbe una durata lunghissima; ambedue volevamo uscire dalle ambiguità; i viaggi da Sulmona pesavano sul suo bilancio di manovale; le finzioni con le famiglie erano ormai persino penose; sorse allora inevitabile l’esigenza di dare una veste ufficiale al nostro rapporto e decidemmo di sposarci; i suoi avevano a Sulmona vari possedimenti, specialmente campi agricoli ma anche ...
    ... cascinali.
    
    Soprattutto questi si prestavano a trasformarsi in moderni appartamenti per noi; la manualità di Giovanni e l’aiuto degli amici operò il miracolo e in breve la nostra casa fu pronta a ricevere gli sposi; il matrimonio si svolse, per naturale necessità, nelle forme e coi riti locali e mi sentii felice e principessa; senza dubbio, quello fu uno dei giorni più belli della mia vita.
    
    Volentieri misi in un cassetto i miei sogni e le mie ambizioni ‘cittadine’ per adattarmi al nuovo, imprevisto ruolo, di rustica moglie attenta a tutte le esigenze che la vita di campagna proponeva, che non erano poche ed erano legate anche alle stagioni; la nascita di Gianfilippo, prima, e di Giannicola, dopo, completavano la felicità; quando il più piccolo aveva 10 anni, feci l’incontro fatale della vita.
    
    Sin dai primi anni di matrimonio avevo preso l‘abitudine di andare, all’incirca una volta al mese, al paesetto dove vivevano i miei e mi trattenevo con loro per tutta la giornata; in qualche occasione dormivo da loro e tornavo il pomeriggio seguente; facevo il percorso in treno per non sottrarre l’auto per un giorno a mio marito e impiegavo due ore e mezzo per andare e altrettante per tornare; le vetture non erano quasi mai affollate e il viaggio risultava per lo più noioso.
    
    Quel giorno mi ero ‘imboscata’, come mio solito, in un angolo appartato della vettura dove fui raggiunta, quasi a sorpresa, da un gran bell’uomo, di poco più anziano di Giovanni, che non tardai ad identificare per uno dei ...
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