1. Lettera di una madre


    Data: 13/12/2020, Categorie: Tradimenti Autore: geniodirazza, Fonte: Annunci69

    ... vecchissimi compagni d’infanzia di mio marito, sparito dalla circolazione perché s’era trasferito a Roma dove svolgeva attività di chirurgo; mi riconobbe e fu affettuosissimo; per tutto il viaggio mi corteggiò dolcemente e mi travolse con la sua loquela.
    
    Avevo poco meno di quarant’anni e mi ritenevo al di là di ogni tentazione; ma Paolo riuscì, col suo garbo, a risvegliare in me sopite ansie di passione e desideri repressi in anni di vita ‘contadina’; per non tirarla per le lunghe, dopo poco più di un’ora e mezza eravamo quasi intimi e se non ci baciammo fu perché la carrozza aveva altri viaggiatori e tutti più o meno ci conoscevano; ma quando arrivammo alla stazione, il desiderio di non chiudere lì l’incontro era fin troppo dominante.
    
    “Perché non facciamo insieme un giro in città? Immagino che sia da molto tempo che non rivedi i ‘tuoi’ posti.”
    
    L’invito tacito era fin troppo evidente; la voglia di un colpo di testa, di quelli che avevano segnato la mia gioventù era fin troppo pressante; Paolo era uno dei ragazzi, a suo tempo, affascinati da me e che avevano resistito solo per un atavico rispetto del matrimonio e dell’amicizia; a quel punto, i freni inibitori saltavano e sapevamo entrambi che un ‘giro in giostra’ volevamo farlo ambedue; ci misi poco a telefonare a mamma per avvertirla che sarei arrivata a sera per fare spese in centro.
    
    A Giovanni telefonai per avvertirlo che questioni familiari mi imponevano di fermarmi almeno tutto il giorno; sarei tornata ...
    ... l’indomani con un treno del tardo pomeriggio; preoccupato, mi chiese se non preferissi che venisse a prendermi in auto; lo rassicurai e mi garantii libertà per almeno quel giorno; la mia intenzione era un gioco folle che durasse dalla mattina al tardo pomeriggio; per cena sarei stata da mia madre e Paolo dalla sua famiglia.
    
    Mi guidò direttamente allo studio che aveva in centro e, dopo meno di mezz’ora, eravamo nel suo studio elegantemente arredato che ci spogliavamo come due disperati; mi era sempre piaciuto molto, in gioventù; ora, da uomo maturo, mi intrigava ancora di più, con la linea elegante che aveva mantenuto intatta e giovanile; il primo bacio fu l’apertura di una porta al paradiso che mi ridiede il senso di una vita spensierata a cui avevo rinunciato.
    
    Non avevo perduto niente, col matrimonio, e Giovanni corrispondeva esattamente al mio desiderio di femmina e di sposa; accanto alla quotidianità fatta di lavoro e di rispetto delle regole, la camera da letto era comunque il campo in cui esercitavamo ben volentieri un’inossidabile forza del sesso che ci faceva vivere momenti di grande entusiasmo anche dopo la nascita di due figli; lui mi aveva strappato alle mie abitudini ‘leggere’ di sesso libero, se non libertino, con la possanza del sesso e con l’amore.
    
    Era ben dotato, mio marito, e non risparmiava la sua martellina quando si trovava a picchiare sulla vulva; anche se non era stato lui a sverginarmi sia in vagina che nell’ano, ma aveva trovato già un percorso ...
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