1. Le lacrime delle donne 8/8


    Data: 20/11/2020, Categorie: Sentimentali Autore: RunningRiot, Fonte: EroticiRacconti

    ... età, quelle che avevano incontrato prima di uscire a farsi, le solleva la mini di pelle. Sembra fare un po' la preziosa ma alla fine gliela consegna. Di ciò che avviene là dentro Annalisa non ricorderà mai nulla, tranne il dolore provocato da un tacco dodici piantato nella schiena. Potrebbe solo raccontare che, in seguito, c’è stato il sedile di un'automobile e la voce di Hilde che, all'interno di un ambiente molto più luminoso e profumato, chiama "Susan!".
    
    Il ritorno alla coscienza avviene lentamente e in modo molto strano, a pezzi, come se ogni distretto sensoriale si svegliasse e si riaddormentasse per conto suo. C'è un momento in cui sente molto male alla schiena, sulle natiche, sulla parte posteriore delle cosce, e insieme le voci di Hilde e di un'altra donna. Non vede nulla, non saprebbe nemmeno dire se improvvisamente è diventato di nuovo tutto buio, se ha gli occhi chiusi, se è bendata. Il momento immediatamente successivo è come se per qualche secondo funzionasse solo l'olfatto: profumo al gelsomino, odore di legno e di qualcosa dolciastra che non saprebbe identificare. Poi la percezione di avere i polsi strettamente legati insieme con lo scotch, quella di essere accasciata a terra contro qualcosa di freddo e metallico.
    
    Un frammento dopo l’altro, torna anche la memoria di cosa è successo dopo che Hilde l’ha portata a casa. Ma sono flash, attimi, immagini incoerenti. Le braccia tirate su, i polsi bloccati da una presa ferrea. Lo sguardo sadico della donna a ...
    ... pochi centimetri dai suoi occhi. Con le spalle al muro, le contorsioni mentre due dita le frugano la vagina. Ma era qui o in discoteca?
    
    E poi Susan, Susan Mc Allister, l’altra donna della Freundschaft, l’altra mercante di schiave da spedire all’Isis, la moglie di Hilde. Bella, con i lunghi capelli neri, che con la giacca blu a bordini bianchi del pigiama aperta e senza i pantaloni l’aspettava a gambe aperte su una poltrona: “Striscia qui, piccola troia…”. La sua fica liquida, i suoi schiaffi, le sue botte, il righello di metallo del tecnigrafo calato sulla schiena e sulle natiche, gli insulti, il dolore. Il sorrisetto di Hilde che la colpisce a mano aperta in mezzo alle gambe, più interessata a provocarle dolore che altro. “Che sgualdrina, ti piace pure questo…”. Quando è che ha perso conoscenza? E quando l’ha riacquistata? Da quanto è nuda?
    
    Ora capisce che il freddo contro cui è appoggiata è la gamba del tavolo da architetto di Susan. Prova ad alzarsi, sbatte la testa. Pensa “ma allora sono cretina” mentre Susan e Hilde ridono di lei. La cintura dello strapon in mano a Hilde: l’hanno usato o devono usarlo? E quelle gocce di sangue sul pavimento, escono dal naso o dalla schiena? “Non ti devi alzare, striscia”.
    
    Il suono di un citofono, Hilde che va a rispondere e torna subito. La porta di ingresso deve essere proprio accanto a quella di questa stanza. Hilde che torna e dice a Susan qualcosa in tedesco.
    
    Annalisa di tedesco capirà poche parole, ma a "der italienische ...
«12...567...»