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Splendi per sempre
Data: 17/11/2020, Categorie: pulp, Autore: lewarcher, Fonte: EroticiRacconti
... con la prima impressione. E magari era precisamente questo che volevi, Maddalena. Liliana, che scorrendoci con l’indice accarezza le coste dei miei libri, ne prende uno e legge sulla copertina: “Le dimensioni del cazzo degli Angeli. Rassegna illustrata”. Sorride dolcemente fra le labbra nere. Ho una libreria ben assortita, in effetti. Io penso a Maddalena, che si è ricordata di me. Una vita, l’immemore sequenza di una vita. Eravamo all’università, e adesso si ricorda di me… Il mio corpo è disegnato da fottute cicatrici. Ne ho una che mi spunta dal polsino e poi scompare sotto la camicia, solo io e qualcun’altra sappiamo che mi arriva sul torace e lì disegna un albero frondoso, molto bello addirittura. Guardo il culo di Liliana fare la spola da un montante all’altro degli scaffali. “Non è che mi daresti quello lì?”. Me lo porta. Si avvicina, è gentile con me e sa di buono. Quando arriva l’ora di pensare il mio sigaro diventa un’appendice necessaria del cervello. Ho il posacenere pieno, come le coronarie e i coglioni. Fumo cercando nel libro che ho chiesto a Liliana quello che in pochi (credo) conoscono riguardo al minuscolo paese di Candice. Liliana canticchia in sottofondo mentre sfoglio l’”Almanacco delle orge contadine”. Candice ne ha una il 27 aprile e una seconda, più importante e rinomata, il 22 settembre. Domani! Come ci è finita, Maddalena, a Candice? D’altronde solo lei mi può conoscere in quel modo… È ipnotico il fluttuare del culetto di Liliana sulle ...
... note che si sente nella testa. Mi stringe una voglia bastarda di prenderla e inchiodarla qui sul tavolo, guardarla dritto in fondo agli occhi di gazza ladra e poi strapparle via quel cazzo di straccetto dalle tette, che deve avere candide e fumanti come due tazze di latte profumato. Ma evito, perché le voglio bene. “Vieni con me?”, le domando. “Dove?”. “A Candice”. Mi fissa solo un attimo, fa rapide spallucce e torna a girovagare con lo sguardo sui dorsi dei libri. Il mio cazzo feroce di mastino mi ringhia di andare a fanculo. Lei protende un braccio e le ditine fino all’ultimo scaffale, si solleva sulle punte canticchiando ignara e assorta… Candice è a tre ore da qui. Avviso il Capo che prendo la macchina e gli riferisco del piano. Ammetto che mi scuote sempre un brivido, quando sono dal Capo, perché è un omone gigantesco con una pancia tale che impedisce di abbracciarlo, ma a nessuno verrebbe mai l’idea di piazzare un pugno in quella montagna di carne. Deve essere dura come ogni cosa visibile in lui, ma neanche lontanamente granitica come l’espressione del suo viso. Tace ascoltando con l’aria di un vecchio randagio che ne ha viste tante, ma tante… “Quindi tu pensi che questo merdoso di Onofrio stia architettando qualcosa di serio, è così?”. “Sì, e lo farà questa sera, prima dell’orgia paesana di domani”. Gli porgo il messaggio di Maddalena. Il Capo lo affronta col cipiglio che avrei io se dovessi decifrare lo swahili. “Non combinare un casino dei tuoi. Nel bagagliaio ...