1. La luce dei miei occhi


    Data: 13/11/2020, Categorie: Incesti Autore: mimma_goose, Fonte: RaccontiMilu

    ... Davvero Marina &egrave la “mia amata”? Amata senz’altro, perché le voglio bene. Ma “amata” nel senso di “la mia donna”? Metto un passo davanti all’altro, guardando a terra. I pensieri mi rimuginano avanti e indietro per la testa, pesando ora da una parte, ora dall’altra. Va a finire che mi perdo. Entro in bar e chiedo le indicazioni per l’albergo. Per fortuna non sono troppo lontano. Dieci minuti a piedi, a passo tranquillo. Quando ritorno in camera mi accorgo che sono stato via per due ore. Lascio l’asciugacapelli sulla piccola scrivania e nascondo l’acquisto più importante nel cassetto coi calzini. Ma mi rendo conto che si &egrave fatta l’ora di pranzo e usciamo dall’albergo (avevo scelto l’opzione pernottamento e prima colazione). Adesso riesco ad orientarmi un po’ di più e andiamo ad un’osteria, dove fanno anche da mangiare. Quello che ci servono &egrave buono e abbondante. Quando il cameriere torna con il conto chiedo se servono anche la cena. ‘ Sì, ma con prenotazione ‘ risponde lui. Guardo Marina e lei annuisce. ‘ Facciamo in tempo a prenotare per stasera? Sa, siamo arrivati poche ore fa e non siamo ancora riusciti ad organizzarci. ‘ Non ci sono problemi. Le prenotazioni le chiediamo soltanto per avere una indicazione di quante persone ci saranno nel locale. La settimana di carnevale &egrave un’incognita. A volte non c’&egrave nessuno, ma altre volte non ci si può nemmeno muovere. La cena iniziamo a servirla dalle 19.30, ma siamo aperti fino alle 23. Prepariamo ...
    ... anche da asporto, se le può interessare. Buono a sapersi. Allungo la carta di credito e da una tasca tira fuori l’accessorio per il pagamento on-line. Devo solo allungare la carta verso il sensore e digitare il codice. Finito il pranzo, prima di uscire, Marina indossa il suo cappottone nero e si mette pure la sciarpa, i guanti ed il cappello bianco a cloche. Sta una favola quando li indossa tutti insieme. Di nuovo mi sento il sangue rimescolarsi nelle parti basse. Poi ce ne andiamo a zonzo per il paesino, che sembra uscito da un racconto storico-medioevale. Viuzze strette, antichi palazzi, persino una mulattiera che scende a valle tra ulivi secolari. Deve essere un posto magnifico da visitare in primavera, quando tutto &egrave più verde. Ci faccio un pensierino per le prossime vacanze. Marina non fa che sgranare gli occhi da un edificio all’altro, aggrappata al mio braccio, come se fosse incapace di camminare per suo conto. &egrave tutto un “Oh Marco, hai visto lì?” oppure “Guarda quello!”, la camminata fino alla cima del colle dove c’&egrave un antico monastero, convertito in chiesa parrocchiale, laboratori sociali e scuola materna. La chiesa &egrave chiusa ai visitatori durante le funzioni, dice un cartello (c’&egrave un funerale in corso), ma il resto &egrave visitabile senza problemi. Marina si ferma a leggere ogni iscrizione, ogni cartello, e mi traduce quello che non riesco a capire. ‘ La chiesa &egrave stata costruita nel XV secolo, da un manipolo di frati francescani ...
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