Laggiù nel far west - 4
Data: 06/11/2020,
Categorie:
Gay / Bisex
Autore: adad, Fonte: Annunci69
... raccogliere altra legna, cacciare o portare i cavalli a brucare la poca erba all’interno del bosco, dove gli alberi mantenevano il terreno abbastanza libero.
Il resto del tempo, i nostri eroi lo trascorrevano in casa, a fare le loro faccende, ma soprattutto a letto, avvolti nelle coperte, a riprendere quella conoscenza che i giorni precedenti avevano trascurato, morti come erano di stanchezza.
Una sera, i due rientrarono particolarmente affaticati da una battuta di caccia, che non aveva fruttato molto. Erano terribilmente infreddoliti, così, dopo aver attizzato il fuoco ed essersi data una veloce ripulita, si spogliarono e si avvolsero nudi nelle coperte, beandosi ognuno del grato calore dell’altro. E non passò molto che assieme al calore altri stimoli si riaccesero nei loro corpi. Ben presto, le labbra di Buck furono incollate su quelle di Ted in un bacio quanto mai passionale, mentre le sue mani esploravano avide ogni angolo del suo corpo, soffermandosi con foga particolare sulla soda rotondità delle natiche.
In un empito di passione, Ted gli intrecciò le gambe dietro la schiena, così che il durello ormai spasimante di Buck si trovò a sfiorargli con la punta bagnata la levigata mucosa del verginale orifizio. Entrambi avvertirono quel conturbante contatto e ne rabbrividirono. Ted si strinse ancora più forte a lui e Buck si ritrovò a farci scorrere contro l’intera asta, il che ebbe come conseguenza di farlo ribollire ancora di più:
“Ho voglia di mettertelo ...
... dentro… - esclamò dopo un lunghissimo bacio – Ho voglia di ficcarti dentro il cazzo e scoparti…”
Ted non rispose, combattuto fra la voglia di compiacerlo e il terrore del male che quell’affare avrebbe potuto fargli.
“Dai, fattelo mettere…”, continuava Buck, sempre più infoiato, ora che l’idea gli era germinata nella testa.
“No, ti prego…”, cercò di dire Ted.
“Ho voglia di sborrarti dentro…”, insistette Buck e la sua mano gli scivolò sotto le natiche, iniziando a punzonargli l’apertura col dito medio.
“Ahi! Mi fai male…”
Ma l’istinto atavico del maschio predatore prendeva ormai il sopravvento, Buck non ragionava più: soltanto l’urgenza lo premeva di ficcare il cazzo in quel corpo caldo e fotterlo, scoparlo, sborrarci dentro. Così, incurante delle proteste dell’amico, che del resto gli rimaneva avvinghiato contro, in quella posizione che aveva dato fuoco alle polveri, Buck prese il suo cazzo e glielo puntò sul buco riluttante, spingendolo dentro. La cappella penetrò agevolmente, viscida e spugnosa com’era, ma quando il tronco duro e massiccio si trovò a forzare la stretta dello sfintere, la fitta di dolore fu atroce.
“No!”, gemette Ted, cercando di svincolarsi dall’abbraccio.
Ma Buck lo tenne stretto a sé e continuò a premere, avanzando nello stretto
condotto con energici colpetti che strappavano gemiti di dolore all’uno e sospiri di
vera goduria all’altro. Ma per fortuna l’asta era alquanto bagnata e scivolosa per via delle precedenti abbondanti ...