1. Occhi stanchi


    Data: 31/10/2020, Categorie: Etero Autore: Idraulico1999, Fonte: RaccontiMilu

    ... l’accontentai. Scivolando dal lobo alle scapole la ricoprii di baci lievi, mentre la mia mano oramai autonoma aveva raggiunto il suo punto più sensibile. Impregnata ed accalorata Clelia socchiuse le gambe per permettermi di penetrare con un dito all’interno, mentre i fianchi cominciarono a muoversi di vita propria contro il mio desiderio crescente. Sfiorandole il delizioso clitoride in ritmiche carezze la condussi sulla soglia del piacere totale, che Clelia voltandosi decise di vivere nella mia bocca, mentre le nostre lingue intrecciate si davano il primo bacio, intanto che iniziava a slacciarmi le braghe.
    
    La sua mano s’introdusse in cerca di me, della parte di me da guidare fra labbra nascoste e bagnate, con il cazzo duro in un’altalena di tentativi spontaneamente apparenti che mi fecero assaporare tutta la morbidezza della sua voglia interna, in contrapposizione con la durezza della sua piccola erezione inappagata. Scivolando nel suo corpo, sentii le cosce che si chiudevano intorno ai miei fianchi, mentre con le mani le accarezzavo la nuca, perdendomi nel riflesso del suo sguardo sognante, fra le sue labbra socchiuse e sussurranti che cominciai a respirare avidamente. Gridando nella mia bocca Clelia ebbe un orgasmo quasi immediato, perché stringendomi nella morsa umida delle sue profondità s’arcuò daccapo muovendosi come fiume in piena, travolgendo con l’eco del suo piacere incontrollato tutti i miei pensieri, tranne la coscienza d’essere all’interno del suo corpo ...
    ... madido e caldo, quel corpo che tanto avevo ambito e aspettato, che ora godeva di me in un ritmo inesplorato, scombinante e screanzato, in quel preciso momento capii.
    
    La percezione della sua intrinseca unicità m’avrebbe reso schiavo dell’emozione che provavo, della sua epidermide accalorata, della sua chioma infradiciata che scivolava sul mio essere, delle sue frasi impudiche e triviali borbottate fra i miei pensieri contraddittori e illogici mentre possedendola oramai in maniera brutale e rabbiosa, la riempivo del mio denso piacere convulso al punto da farmi male. Fu più tardi, quando oramai si era intorpidita fra le mie braccia, che decisi d’andarmene per permetterle di rilassarsi in serenità, riflettendo al risveglio su ciò che era successo e perché. Posandole un bacio sulla fronte le sussurrai ti amo, lei di rimando in modo intenso e inatteso in totale silenzio mi rispose che m’aveva sempre amato vedendomi in quel bar. Adesso, fissando quegli occhi, dove non alloggiava né esisteva più ombra di tristezza, ma solamente di felicità capii che era vero.
    
    Dopo tutto quello che avvenne, non me ne andai più. Anche adesso, che l’esistenza &egrave trascorsa, io riconosco la mia donna solamente per quella fiammella di gioia che distinguo, identifico e ravviso nei suoi occhi stanchi.
    
    Al presente, tutt’ora che la vita immancabilmente tenterà di dividerci, azzarderà di disgiungerci con la sua fine, sono convinto che non accadrà, perché credo, ho fede e ritengo, che anche in quel ...