1. La seconda volta...


    Data: 30/10/2020, Categorie: Trans Autore: eduaperto, Fonte: Annunci69

    ... stesso di non provare alcuna vergogna per quanto avevo fatto o per la posizione da cane nella quale mi obbligava a stare.
    
    Sentii il rumore dei suoi tacchi, mi bastò quel suono per ripiombare nella totale voglia di assoggettarmi alla mia Padrona e di dipendere da lei e da ogni suo ordine. Quel che sentivo dentro, ne ero certo, lo percepiva perfettamente anche lei.
    
    Nella mia visuale, da cane sottomesso a quattro zampe, ricomparve la Padrona o meglio riapparvero le sue scarpe.
    
    Mi ordinò di mettermi in ginocchio e (finalmente!) di guardarla.
    
    Alzando lo sguardo dal basso verso l’alto, osservai le sue gambe avvolte da calze bianche a rete, indossava una gonna nera sopra il ginocchio, per il resto non portava nuda, aveva il petto completamente glabro. Il viso era leggermente truccato, a colpirmi poi era la sua parrucca rossa, un taglio retto e corto (sopra l’orecchio).
    
    “Sei bellissima Signora Padrona”, bisbigliai appena.
    
    “Lo so, porco!”, replicò puntando il suo indice verso le mie gambe.
    
    Pur essendo in ginocchio, infatti, la mia erezione spiccava clamorosamente. Diventai paonazzo e abbassai lo sguardo, convinto che la mia Padrona stesse per ordinarmelo, ignorando completamente invece cosa avesse in mente.
    
    In piedi davanti a me, iniziò lentamente con entrambe le mani ad alzarsi la gonna, con la mano destra scostò la mutandina di pizzo nero. Come nel primo incontro, m’iniziò a colare la saliva dalla bocca. Questa volta, però, la Padrona non emise alcuna ...
    ... risata, mi fissava seria, intenta com’era a liberare il suo membro, attorniato da un ciuffo folto e nero nero di peli. Non avevo mai preso un cazzo in bocca eppure mi bastò vederla mentre si passava il dito medio prima sulla bocca e poi sulla cappella (che cresceva a dismisura) per desiderare di succhiarlo.
    
    “Ti prego Padrona, posso leccarti il cazzo?”, iniziai a pregarla, senza vergogna.
    
    “Ma guardalo com’è ipnotizzato il mio schiavo!”, disse ignorando la mia domanda e segandosi sempre di più.
    
    Aveva terribilmente ragione, nudo e in ginocchio a pochi passi da lei, ero estasiato nel vederla sui tacchi alti, con le mutandine abbassate, toccarsi con quel cazzo sempre più grosso tra le mani.
    
    “Tu prova a muoverti di un solo centimetro e ti caccio via di casa, nudo e senza vestiti!”, mi intimò senza lasciare la sua verga, che svettava dura e dritta.
    
    “Perdonami Dea, cosa che vuoi che faccia per meritarmi il tuo cazzo in bocca?”, le chiesi stremato dalla voglia e dal desiderio di succhiarla.
    
    “Stai zitto, verme! Zitto e guarda!”, tagliò corto.
    
    “Sì Padrona”, risposi sommessamente, senza mai smettere di guardarla.
    
    Smise di parlarmi e continuò a segarsi con più veemenza. A poco a poco incominciò a mugolare, sebbene avesse la sua grossa verga in mano rimaneva estremamente femminile nei gesti, pure nel momento in cui iniziò a schizzare, copiosamente. Tre o quattro schizzi si susseguirono nel giro di pochi attimi.
    
    Ero estasiato e a bocca aperta, nonostante stesse godendo ...