1. La seconda volta...


    Data: 30/10/2020, Categorie: Trans Autore: eduaperto, Fonte: Annunci69

    Nel corso del nostro primo incontro mi aveva lasciato per più di un’ora nudo e a quattro zampe, senza mai concedermi la possibilità di alzare lo sguardo per poterla guardare e ammirare in tutta la sua bellezza. Dopo avermi spedito a fare una doccia, mi aveva intimato di tornare – proprio come fossi un cane – davanti ai suoi piedi. In quel primo incontro, non mi sfiorò nemmeno con un dito così come non mi diede la possibilità di avvicinarmi a qualunque parte del suo corpo. La sola concessione che mi diede, quasi a ridosso della fine della nostra prima volta, fu la possibilità di affondare naso e viso dentro la scarpa che avevo lasciato al centro della stanza. In poco meno di trenta minuti, aveva già avuto la capacità di ammaliarmi e sottomettermi. È vero che ero un novellino, ma era pur sempre la mia prima volta. Eppure era riuscita a farmi sbavare, nel vero senso del termine, davanti alla visione del suo piedino che entrava ed usciva dalla sua scarpetta scamosciata. E, soprattutto, mi aveva regalato una nuova forma di eccitazione, che mai avevo provato nei miei primi quarant’anni.
    
    La mia Padrona, come già la consideravo, nella vita quotidiana era un insospettabile uomo di sessant’anni. Nel segreto della sua maturità, grazie a un corpo meravigliosamente seducente e completamente glabro, aveva scoperto il piacere di indossare nylon e tacco 12. Nient’altro sapevo di lei, viceversa la mia Padrona sapeva che ero al mio primo incontro con una trav, sapeva perfettamente che non ...
    ... avevo mai preso un cazzo in bocca e, per finire, sapeva benissimo che il mio culetto era ancora completamente vergine. Queste mie brevi informazioni erano bastate per concedermi un primo incontro “conoscitivo”, come lo aveva chiamato lei al telefono.
    
    Il secondo appuntamento lo fissò a distanza di soli tre giorni dal primo. Evidentemente anche lei si era presa le sue soddisfazioni, divertendosi e non poco (a giudicare anche dalle sue risate) a dominarmi… Inutile dire che in quei giorni mi ritrovai incapace di fare alcunché, non riuscivo a lavorare né a mangiare o ad avare un minimo di vita sociale. Passai le mie giornate a toccarmi (neanche fossi stato un adolescente) ripensando – fotogramma dopo fotogramma – a ogni scena vissuta insieme a lei. La mia Padrona mi era entrata nel cervello e nelle vene, prova ne era il mio ossessivo controllo della mail, dove mi sarebbe dovuta arrivare una nuova comunicazione. Il primo incontro, infatti, al pari di un vero colloquio di lavoro era terminato con una sorta di “le faremo sapere”, sebbene la Padrona si era scappata lasciare, più di una volta, compiacimento e soddisfazione al termine di quel primo e breve incontro.
    
    La nuova convocazione arrivò all’alba del terzo giorno, una avviso laconico: “Schiavetto, presentati oggi pomeriggio, stesso luogo e stesso orario della volta scorsa”. Lessi il messaggio praticamente in tempo reale. Mi ritrovai ad esultare, solo come un pazzo per la casa. Alle 15 in punto ero sotto il portone di casa ...
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