Sushi di carne
Data: 30/10/2020,
Categorie:
Dominazione / BDSM
Etero
Incesti
Autore: claudiaeffe, Fonte: RaccontiMilu
... quale sembrava veramente spaventata. “Hai cinque minuti – proseguì l’uomo – Se entro cinque minuti la nostra portata non è in tavola ce la prenderemo da soli, ma non ci limiteremo a mangiarci sopra”. Sorrise, ma gli occhi non erano amichevoli. Andrea si deterse il sudore dalla fronte usando un tovagliolo e andò verso la figlia. “Papà, chi sono questi individui?”, domandò la ragazza con un filo di voce. “Tesoro, devi sapere che quando ho aperto questo posto, non è stato attraverso un finanziamento della banca”, spiegò. La ragazza rimase in silenzio, anche se aveva già immaginato come sarebbe proseguita la storia. “Un amico, uno che conoscevo – continuò il padre – mi disse che mi avrebbe messo in contatto con qualcuno che ci avrebbe aiutati, e così incontrai questi signori. Mi diedero tutti i soldi che ci servivano in ventiquattro ore, e così potemmo aprire”. “Papà, sono degli usurai! Cosa ti è venuto in mente? Non li leggi i giornali?”. “Tesoro, non avevo scelta! Io non lavoravo, tua madre non lavora neppure ora, la banca non ci aveva concesso il mutuo, cosa avrei potuto fare?”. “Bella scelta! E adesso?”. “Un minuto è passato”, annunciò a voce alta l’uomo al tavolo. “Adesso non so come uscirne”, confessò l’uomo abbassando lo sguardo. Il cuoco, ignaro del dramma in corso, uscì dalla cucina con quattro piatti in mano. “Per i signori?”, domandò, anche se era evidente visto che non c’era nessun altro. “Aspettiamo il coperto”, disse l’uomo. Il cuoco guardò interdetto verso ...
... Andrea, che però fissava il pavimento. Rimasero in silenzio per qualche secondo, nel frattempo uno dei quattro, con il cranio rasato, estrasse una pistola e la poggiò sul tavolo. Rimasero tutti in silenzio, in uno stallo surreale: il cuoco con i piatti in mano, Andrea con lo sguardo basso e Giorgia addossata al muro. “Due minuti….”, ribadì quello con i capelli a spazzola. Giorgia guardò verso la porta, sperando ardentemente che entrasse qualcuno, ma il martedì sera non era mai una serata propizia. Neppure le altre, a onor del vero. Diversamente non si sarebbero trovati in quella situazione. “Tre minuti!”. “Ragazzi, datemi solo un po’ di tempo…”, li implorò Andrea. “Tempo per cosa? – disse uno con la barba che fino a quel momento non aveva parlato – Per tenere aperto questo posto di merda e perdere ancora soldi? Noi abbiamo investito su di te, e ci siamo sbagliati. Ma gli unici che stanno perdendo qualcosa siamo noi, e questo non è giusto”. “Due minuti!”, annunciò l’altro. Giorgia si sentiva tremare, ma sapeva che non c’erano alternative, almeno non raggiungibili in un minuto. “Va bene!”, disse. Tutti si voltarono verso di lei. “Tesoro, non ci pensare neppure!”, le disse il padre. “Ho detto che va bene. Non morirò per questo”, ribadì decisa. I quattro uomini sorrisero cattivi, il padre scosse la testa. “Non so che dire, non avrei voluto arrivare fino a questo punto…”, ammise. “Ecco, bravo, non dire nulla”, sottolineò quello con i capelli a spazzola. Gli sguardi erano tutti sulla ...