1. Danilo e federico - finale parte i: serena (14)


    Data: 25/04/2018, Categorie: Gay / Bisex Autore: vgvg91, Fonte: Annunci69

    ... destra.
    
    Ci incamminammo lungo il corridoio verso la nostra destinazione, finché non ci fermammo davanti alla stanza numero 124. Sul cartellino, lessi nuovamente la dicitura “Serena Rinaldi”. Il cuore cominciò a battermi all’impazzata, perciò mi costrinsi a rimanere il più rilassato possibile mentre Danilo apriva la porta della camera.
    
    La camera, in realtà, si rivelò essere un piccolo appartamentino privato, completo di tutti gli strumenti di prima necessità. Nella stanza principale, c’era un piccolo bancone con un piano cottura discreto e un tavolino rotondo con un paio di sedie. Un divanetto era collocato in fondo, accanto alla finestra che dava sul giardino e illuminava l'ambiente con i toni caldi del sole. Lì seduta, intravidi di spalle una donna esile: aveva i capelli grigi, raccolti in una pinza, e fumava osservando fuori dalla finestra.
    
    «Ciao, Serena» disse Danilo con la sua voce calda e profonda. La donna piegò leggermente il capo, poi, schioccando le labbra, si limitò a dire: «Ti sei deciso». Con la coda dell’occhio, vidi Danilo arrossire.
    
    «Scusami. Oggi sono in compagnia».
    
    Serena sbuffò vistosamente, poi si girò nella nostra direzione e sollevò le sopracciglia. Mi sentii improvvisamente sotto una gigantesca lente di ingrandimento e mi strinsi nelle spalle. Notai subito che la donna aveva gli stessi occhi di Danilo, cerulei e penetranti. La bocca era simile a una lama tagliente, il viso era affusolato e cosparso di rughe. Era evidente che gli eventi ...
    ... traumatici della sua vita l’avessero fatta invecchiare molto più del previsto.
    
    Serena distolse lo sguardo per fumare e Danilo ne approfittò per rivolgersi a me e dirmi: «Devo vedere urgentemente il Direttore. Federico, ti dispiace aspettarmi qui finché non torno?».
    
    Volevo sprofondare, ma non tradii la mia emozione che in quel momento mi stava avvolgendo e risposi affermativamente. Danilo uscì di fretta dalla camera, lasciandomi lì. Rimasi immobile, incerto sul da farsi.
    
    «Sei una statua o cosa? Avanti, siediti» disse lei, con voce dura. Trasalii e corsi a prendere posto.
    
    Serena spense la sigaretta in un posacenere e prese a fissarmi.
    
    «Allora ti chiami Federico». Mi squadrava da capo a piedi, ma mi sforzai di mantenere lo sguardo con fermezza e mi limitai ad annuire con un lieve cenno del capo.
    
    «E cosa fai nella vita?».
    
    «Sono un insegnante di lettere». Notai il suo sopracciglio destro inarcarsi all’inverosimile.
    
    «Perché?».
    
    «Perché, anche se volessi o potessi, non sceglierei nessun altro lavoro nella vita all’infuori di questo» risposi. Trovai quella domanda assai curiosa, ma mi limitai a rispondere con franchezza, intuendo ciò che la donna volesse da me. Il suo sopracciglio si abbassò, poi prese un’altra sigaretta e la accese. Tornò a fissarmi: «Sei del sud». Non era una domanda.
    
    «Sì» mi affrettai a confermare.
    
    «Cosa fanno i tuoi genitori?».
    
    «Mio… padre è operaio in una ditta, mia madre è casalinga».
    
    «Non vergognarti mai di loro». La voce di ...
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