Penne scopate
Data: 27/10/2020,
Categorie:
Gay / Bisex
Autore: adad, Fonte: Annunci69
Ero uscito quel pomeriggio per comprare una penna nuova. Non che non ne avessi davvero bisogno: ne avevo in casa di ogni tipo e colore; ma diciamo che era una buona scusa per uscire dall’atmosfera soffocante del mio studio e fare una passeggiata, rallegrato dal sole di quel tiepido pomeriggio primaverile.
Beh, e certo non avrei mancato entrare nella prima cartoleria in cui mi fossi imbattuto per comprare quella penna, che doveva costituire l’alibi per la mia sortita. Camminavo lentamente, in mezzo alla gente, che affollava i marciapiedi, e non mancavo di sbirciare un bel culetto mascolino fasciato dai jeans o la prominenza del pacco alla convergenza delle cosce nei ragazzi che mi venivano incontro. Ma per quanto perso in queste amene contemplazioni, mi colpì ad un tratto un’insegna dall’altra parte della strada: La Bottega dello Scrittore, diceva in lettere aggraziate sopra la porta di un negozietto, altrimenti del tutto anonimo.
La cosa mi attirò: raggiunsi le prime strisce pedonali e aspettai il momento opportuno per attraversare.
Come ho già detto, l’esterno era anonimo e in un certo modo scoraggiante, infatti esitai un momento, prima di entrare; ma poi:
“E che diavolo, devo solo comprare una penna.”, mi dissi, e spinsi la porta.
Una campanella segnalò il mio ingresso, nel negozietto: questa nota antica, il tintinnio della campanella urtata dal battente che si apriva, come pure il silenzio e la morbida illuminazione all’interno del negozio, mi diedero un ...
... senso immediato di pace, nella loro incongruità con gli altri negozi stroboscopici e chiassosi che lo affiancavano.
Mi sembrò di essere tornato indietro ai tempi della mia infanzia, risentendo di nuovo l’odore delle matite di legno, che avevo respirato un tempo e che pensavo di aver dimenticato. Mi stavo guardando attorno, cercando di riemergere dal senso di straniamento che mi aveva preso, quando:
“Buongiorno, - mi sentii dire da una voce giovanile – posso esserle utile?”
Mi voltai verso il bancone: un giovane commesso era emerso dal retrobottega e mi guardava sorridendo, in attesa. Fu il secondo shock della giornata. Si trattava infatti di un ragazzo davvero bello… anzi, più che bello, fascinoso, con i suoi grandi occhi luminosi e la chioma biondiccia morbidamente ondulata. Portava degli occhialini da intellettuale, che me lo rendevano ancora più seducente.
“Avrei… - iniziai, non ancora del tutto ripreso – avrei bisogno di una penna.”
“Certo”, disse lui, fulminandomi con un sorriso che mi lasciò senza fiato.
Si voltò per aprire dei cassetti nell’espositore dietro il banco e io rimasi incantato ad ammirare il suo straordinario fondoschiena pieno e polposo, di cui i pantaloni, pur larghi e cascanti, non celavano nulla.
“Lei è uno scrittore, giusto?”, mi chiese, mentre rimestava nei cassetti.
“Mi piace pensarlo…”, risposi, cercando di darmi un tono.
“Posso chiederle di che genere?”, fece ancora lui, tornando a voltarsi verso me.
E ancora quel sorriso ...