Post mortem
Data: 25/10/2020,
Categorie:
Gay / Bisex
Autore: adad, Fonte: Annunci69
... queste parole, avvolse le labbra attorno alla punta dell’uccello e se lo lasciò scivolare in bocca per una buona metà.
Fu per lui la realizzazione di un sogno: avere in bocca quel cazzo così a lungo agognato, sentirselo vibrare per i fremiti di piacere che lo attraversavano, mentre la sua lingua insaziabile lo avvolgeva, lo risucchiava, ne cercava il nettare, golosa. Lo aveva desiderato, lo aveva sognato, ma mai era arrivato a immaginare che sarebbe stato così bello, così gratificante.
Ardesio continuò a succhiare senza mai toglierselo dalla bocca: ci sarebbe stato tempo per ammirarlo, carezzarlo, leccarlo… l’urgenza, adesso, era farlo godere… farlo sborrare… gustare il succo di quelle palle grosse e pelose.
E non dovette aspettare molto: fosse la sua perizia o la maturale esuberanza del ragazzo, fatto sta che ben presto Marco prese a contorcersi in preda agli spasimi, i suoi gemiti si levavano alti, mentre la bocca vorace di Ardesio lo ingoiava fino alla radice, quindi se lo sfilava e la sua lingua mulinava rapida attorno alla cappella. Ben presto, Marco gli abbrancò le spalle e prese lui stesso a fottergli la bocca, spingendoglielo fino in fondo alla gola… e infine avvenne: dopo un momento di tensione estrema, in cui il mondo sembrò fermarsi, Marco parve come afflosciarsi, mentre dal suo cazzo scaturivano schizzate di sperma, una dopo l’altra, una più corposa dell’altra. Ardesio se lo sentì scorrere sulla lingua, denso e asprigno, e si affrettò a ingoiarlo; e ...
... quando il cazzo cominciò a smollarsi, lo tenne fra le mani perché non gli sfuggisse e potesse goderne fino all’ultima goccia, fino all’ultimo scolamento.
Lo aveva ancora tutto in bocca, ridotto ormai a un bigolo inoffensivo, mentre Marco stesso si abbandonava stremato e ansimante.
“Ti piaccio così tanto?”, chiese, quasi incredulo, allorché il respiro gli fu tornato normale.
“Sì… da quando ti ho visto, sei vissuto dentro di me…”, rispose Ardesio, staccandosi da lui e cercando di ignorare la tensione del suo cazzo nelle mutande.
Marco si rimise l’uccello molle nelle mutande e fece per tirarsi su i pantaloni.
“No, - lo fermò Ardesio – lasciati guardare… Finora ti ho soltanto immaginato…”
E stette ad ammirare le belle forme di quel corpo, tirando un po’ su la maglietta e carezzando le gambe snelle e muscolose, mentre l’altro lo fissava con gli occhi ridenti e divertiti.
“Non capisco come ho fatto a immaginare questa voglia, nel mio sogno…”, mormorò ad un tratto, indugiando con la mano sulla macchia scura all’interno della coscia.
“Forse perché c’ero davvero nel tuo sogno…”, disse Marco con un largo sorriso.
“Che vuoi dire?”
“Che forse stavo pensando a te, quando mi hai sognato.”
Ardesio lo fissò incredulo, il significato di quelle parole era troppo bello per poterci credere.
“Pure io ti ho visto alla mensa, cosa credi? – riprese Marco – E ho visto come mi guardavi.”
“E perché non ti sei fatto avanti?”
“L’ho fatto: pensi che mi sia seduto per ...