Post mortem
Data: 25/10/2020,
Categorie:
Gay / Bisex
Autore: adad, Fonte: Annunci69
... trovarsi con Marco… da solo… Da solo, già, e poi? Prenderemo una birra, si disse, una birra e basta. E intanto passava in rassegna i posti dove avrebbe potuto portarlo.
Ma intanto Marco non arrivava… le due e cinque… le due e dieci… le due e un quarto… Che gli avesse dato buca?, si chiese con una stretta al cuore. Erano quasi le due e venti e stava per mettere in moto e andarsene, quando un’ombra si profilò al lato passeggero e la portiera si aprì.
“Mi scusi, dottore. – fece Marco, scivolando a sedere – C’era un’emergenza e ho dovuto aspettare che arrivasse il cambio.”
“Nessun problema, - disse Ardesio al colmo del sollievo – so come vanno le cose al Pronto Soccorso. Ma adesso allacciati la cintura: il resto del giorno è nostro.”, e mise in moto.
Proseguirono con una conversazione che si faceva sempre più sciolta: iniziata per forza di cose su argomenti lavorativi, si era fatta via via più sciolta e personale, scoprendo parecchie cose che avevano in comune: erano entrambi liberi, vivevano da soli, avevano la passione per l’attività fisica, la musica, le passeggiate all’aria aperta e così via.
“Quanti anni hai?”, chiese Ardesio ad un certo punto.
“Ventisei, e lei?”
“Trentacinque. Ma diamoci del tu, che ne dici?”
“Ok, dottore…”
“Ardesio, ti prego.”
“Ok… Ardesio… Un nome inusuale, da dove viene?”
“I miei volevano ricordare il loro paese di origine. A me non dispiace.”
Si fermarono a bere una birra ad un chioschetto lungo la statale.
“Sei ...
... libero per il prossimo paio d’ore?”, chiese Ardesio, ripartendo.
“Anche il prossimo trio, se è per questo.”, scherzò Marco.
“A meraviglia, allora, voglio portarti in un posto che mi piace molto.”
“Dove?”
“Vedrai”.
Lasciarono la statale e si inoltrarono per una strada secondaria, che dopo una mezzora di curve e tornanti li portò su un pianoro a picco sulla valle: uno spettacolo mozzafiato. Infatti:
“Wow! – fece Marco, appena furono scesi – E’ fantastico.”
“Sei mai venuto quassù?”
“Non sapevo neanche che esistesse un posto del genere.”
“Io ci vengo ogni tanto, quando voglio ritrovare me stesso. Aspetta.”
Andò alla macchina e prese una coperta, che stese a terra sul prato. Il sole della tarda primavera era ancora alto alle loro spalle.
Si distesero, uno accanto all’altro, con le mani incrociate dietro la nuca.
Rimasero a lungo in silenzio, l’uno gustando la piacevolezza del vento che gli scorreva addosso, l’altro con la mente in subbuglio e teso nel tentativo disperato di mantenere il controllo.
“L’altra notte, ho fatto un sogno strano.”, disse Ardesio alla fine.
“Cosa?”, chiese Marco sollevandosi sul gomito, rivolto verso di lui.
“Ho sognato che ero nella mia sala anatomica e c’era un cadavere sul tavolo. Stavo per fargli l’incisione sul petto, quando lui ha aperto gli occhi e mi ha chiesto “Perché mi fai questo?” Io mi sono spaventato e ho fatto un balzo all’indietro. Gli ho detto “Ma tu sei morto”; lui ha risposto qualcosa, poi si è ...