1. Post mortem


    Data: 25/10/2020, Categorie: Gay / Bisex Autore: adad, Fonte: Annunci69

    Il cadavere spalancò gli occhi, nel momento stesso in cui il dott. Ardesio si apprestava a incidergli il torace con un coltellaccio…
    
    “Perché mi fai questo?”, chiese, mentre l’altro faceva un balzo indietro, terrorizzato, e il coltellaccio gli sfuggiva di mano e cadeva a terra tintinnando.
    
    “Ma tu sei morto… - balbettò il dottore – cosa diavolo?...”
    
    “Sei così bello…” sospirò il cadavere con dolce mestizia.
    
    Poi, togliendosi la pezzuola, che gli copriva l’inguine, e sfoderando un cazzo in pieno turgore:
    
    “Che ne dici?”, chiese, facendogli l’occhiolino.
    
    Con un gemito strozzato, il dott. Ardesio Tonini, balzò a sedere sul letto, sudato e ansimante: quell’incubo lo aveva sconvolto. Per carità, a turbarlo non era il cadavere in sé: di professione faceva il medico legale e sul tavolo autoptico gliene erano passati di cotti e di crudi; no, a turbarlo era il fatto che lui conosceva quel cadavere nudo ed eccitato, era Marco, infermiere al Pronto Soccorso, quel fantastico gingerino che tanto lo faceva sognare.
    
    Sognare, nel vero senso della parola: praticamente ogni sera il dott. Ardesio si addormentava pensando a lui, fantasticando sulle sue grazie, al momento solo immaginate, abbandonandosi a baci e carezze sempre più evanescenti, via via che il sonno pietoso si impadroniva di lui.
    
    E spesso Marco gli tornava in sogno, ma mai come quella notte. Ancora tremante, si voltò a guardare la sveglia: erano appena la 4… Si sentì la gola secca. Scostò il lenzuolo per alzarsi ...
    ... e scoprì con sgomento di avercelo duro… duro e bagnato… Ma com’era possibile? Come poteva averlo eccitato un incubo simile?
    
    Ripensò al bel corpo levigato, disteso sul tavolo autoptico, quel corpo nudo, come lui se lo immaginava, non avendolo mai visto… c’era una macchia scura all’interno della coscia sinistra.. una voglia che sembrava valorizzare ancora di più il suo pallido incarnato…
    
    Giunto in cucina, aprì il frigo e bevve una lunga sorsata dal cartone del succo d’arancia. Gli tremavano ancora le mani. L’immagine era tuttora vivida nella sua mente, arricchendosi di nuovi particolari, che era però il suo desiderio a suggerirgli. Si rivide con il coltellaccio in mano nell’atto di… Ma perché un coltellaccio? Forse rappresentava il suo cazzo, ripescò dai vaghi ricordi degli studi di psicologia… il suo cazzo che voleva entrare nel corpo agognato di Marco, ma lo viveva per forza di cose come una violenza.
    
    E dire che non si conoscevano neanche, lui relegato nella clinica di medicina legale del grande ospedale e Marco infermiere al Pronto Soccorso. Si erano incrociati qualche volta nel locale della mensa e un giorno era riuscito perfino a metterglisi accanto davanti al banco della distribuzione, ma non era andato oltre un sorriso e un saluto, a cui l’altro aveva risposto con un sorriso e un cenno della testa.
    
    Visto da vicino, lo aveva trovato ancora più affascinante, con quei riccioli rossi, che gli davano un’aria sbarazzina, quasi sfrontata.
    
    Da quel giorno, non gli ...
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