1. Post mortem


    Data: 25/10/2020, Categorie: Gay / Bisex Autore: adad, Fonte: Annunci69

    ... era più capitato di incontrarlo, del resto, con i turni succede più facilmente di quanto si pensi. Ma non per questo Marco era scomparso dalla sua mente e dai suoi desideri, e l’incubo di quella notte stava a testimoniarlo.
    
    Le settimane successive si intravidero di nuovo alla mensa, ma stavolta qualcosa era cambiato: Marco si guardava spesso attorno, quasi sentisse il richiamo del suo sguardo e quando gli occhi si incrociavano era lui stesso ad accennare un sorriso e a fargli un cenno con la testa.
    
    Poi, un giorno, mentre il dott. Ardesio attaccava il suo ossobuco con risotto, che prometteva di essere alquanto gustoso, qualcuno venne a sedersi al suo tavolo. Alzò gli occhi ed ebbe un tuffo al cuore: era Marco che, deposto il vassoio, gli sorrise e:
    
    “Buongiorno, dottor Tonini. – fece – Ha l’aria di essere buono il suo risotto. Buon appetito.”
    
    Ardesio rimase con la forchetta a mezz’aria.
    
    “Come fa a conoscermi?...”, esclamò.
    
    “Beh, lei è il dottore dei morti, lo sanno tutti… Oh, mi scusi, - aggiunse, temendo di aver detto qualcosa di inopportuno – non volevo offenderla.”
    
    Ardesio scosse la testa.
    
    “Nessuna offesa. In fondo è vero, sono quello che si occupa dei morti. E lei è Marco, se non sbaglio, infermiere al Pronto Soccorso.”
    
    Stavolta, fu l’altro a rimanere col boccone a mezz’aria.
    
    “Mi conosce?”
    
    “Ci teniamo informati. – rispose vagamente Ardesio – Com’è la sua bistecca?”
    
    “Troppo cotta, ma buona.”
    
    Il ghiaccio sembrava essere rotto e la ...
    ... conversazione proseguì su argomenti neutri, mentre continuavano il pranzo.
    
    “Mi ha fatto piacere scambiare quattro chiacchiere con lei. - disse Marco, mentre deponeva il vassoio sulla rastrelliera – Adesso, mi scusi, ma devo tornare in reparto.”
    
    “Già, il lavoro ci aspetta. Ma forse abbiamo tempo per un caffè.”, propose in fretta il dott. Ardesio, col cuore che gli martellava nel petto.
    
    Marco guardò l’orologio.
    
    “Dieci minuti. Ci bastano.”
    
    “Bene, è stato un piacere. - disse Marco, tendendogli la mano, una volta usciti dal baretto dell’ospedale – Alla prossima.”
    
    Ardesio sentì un piacevole formicolio, stringendo quella mano asciutta e nervosa.
    
    “A che ora finisci il turno?”, chiese d’impulso, senza pensarci, trattenendogli la mano un momento di troppo.
    
    “Alle due, - rispose Marco, sorpreso – perché?”
    
    “Mi chiedevo se… se ti andrebbe di bere una birra in compagnia… A meno che tu non abbia altri impegni.”
    
    Ardesio si rese conto che stava facendo la figura dello sciocco, ma le parole gli uscivano da sole.
    
    “Ok - fece inaspettatamente l’altro, con un sorriso che accentuò il fulgore del bel viso lentigginoso – nessun impegno.”
    
    “Ci troviamo nel parcheggio, allora.”
    
    “Facciamo all’uscita, dottore: sono a piedi.”
    
    Alle due e qualche minuto, Ardesio era già con la macchina parcheggiata davanti all’uscita. Non aveva idea di cosa si aspettasse, non aveva idea di cosa volesse fare, non aveva idea di niente, solo che si sentiva colmo di trepidazione, nell’attesa di ...
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