Post mortem
Data: 25/10/2020,
Categorie:
Gay / Bisex
Autore: adad, Fonte: Annunci69
... scoperto, si è messo a sedere e… era eccitato!”
“Accidenti! – scoppiò a ridere Marco – Fai sempre questo effetto sui tuoi pazienti? Sei un bell’uomo, Ardesio: qualcuno potrebbe dire che la tua bellezza fa resuscitare i morti!”
Ardesio balzò a sedere.
“E’ la stessa cosa che ha detto lui… - mormorò, rivolgendosi all’altro con gli occhi sbarrati – E non è tutto… quel cadavere… eri tu…”
“Wow! – fece Marco con un soffio – devo preoccuparmi?”
“Cosa?... No, che ti salta in mente? Ti conoscevo solo di vista e mi ha fatto un effetto strano vederti disteso lì, tutto nudo… Eri così bello… ricordo che avevi una voglia scura sulla coscia… e risaltava sulla tua pelle bianca…”
Marco impallidì.
“Una voglia, hai detto?”
“Sì, all’interno della coscia sinistra.”
“Come questa?”, chiese slacciandosi in fretta i pantaloni e sfilandoseli fino alle ginocchia.
All’interno della coscia sinistra c’era una voglia… identica!
“Non capisco…”, mormorò Ardesio.
Contemplò a lungo, assorto, quella macchia scura sulla pelle candida e levigata della coscia; mentre ci passava sopra la punta delle dita e sembrava non accorgersi del brivido che correva sotto la pelle dell’amico. Poi, come incapace di staccare le dita da quella pelle morbida e calda, risalì verso l’alto con la punta delle dita, fissando il rigonfio degli slip, sgualciti e non certo immacolati, dopo un turno di lavoro.
“Mi fai morire…”, sospirò a fior di labbra, arrivando a sfiorarlo.
“Cosa aspetti?…”, ...
... mormorò allora Marco, tornando con un fremito a distendersi e ad incrociare le mani dietro la nuca.
Cosa aspetti? Quelle parole risuonarono nella mente ormai imbambolata di Ardesio… già, cosa aspetti? Allora, portò la mano sul morbido rigonfio delle palle, palpeggiandolo delicatamente, mentre il respiro gli si faceva sempre più pesante; quindi, scivolando sulla coperta a pancia in giù, premette il volto sull’inguine di Marco, aspirandone a pieni polmoni l’afrore denso, prima di iniziare a baciare, mordere, leccare l’involto dei coglioni e poi l’asta protesa sotto il tessuto e sempre più turgida. Era da tanto che lo desiderava…
“Mi fai morire… - sospirava fra un bacio e l’altro – mi fai morire…”, e baciava, palpava quello che ormai le mutande stazzonate non gli nascondevano più.
Gli passò le mani dietro le natiche, premendosi ancor più l’inguine contro la faccia, inebriato suo malgrado dall’odore pesante, che ormai non gli dava più alcun fastidio. Poi artigliò l’elastico della cintura e, agevolato da Marco, che sollevò leggermente il bacino, gliele abbassò sotto le palle. Il cazzo, liberato dal contenimento, balzò in alto turgido, il prepuzio ritratto sul glande paonazzo. Ardesio fissò il folto cespuglio ramato… era come lo aveva immaginato nei suoi sogni… Ci affondò il naso, sapeva di sudore e, leggermente, di piscio.
“Mi dispiace, - mormorò Marco con un filo di voce – non sono pulito…”
“Non importa… - rispose Ardesio – niente mi disturba di te… niente…”, e con ...