Che bella l’automobile – 5. il garagista
Data: 24/10/2020,
Categorie:
Gay / Bisex
Autore: Foro_Romano, Fonte: Annunci69
... lasciarmi il segno rosso delle sue grandi mani.
“Ahhhiii”.
Si è abbassato su di me e mi ha detto in un orecchio: “Scusami, ragazzino, non ho resistito. Hai un culo fantastico” e me lo ha leccato, mentre la sua grossa mazza mi strusciava sulla schiena e nello spacco. Non ce la facevo più. Lo volevo dentro a qualsiasi costo.
“Ti prego, inculami. Dammelo, dammelo”.
“Sei sicuro? Ti farà male, molto male. Lo vuoi davvero?”, come se non fosse stato ormai chiaro che lo avrebbe fatto comunque.
“Si, si, inculami, fottimi, rompimi il culo, sfondamelo con tutta la forza che hai”.
“Non immagini nemmeno quanta forza ho, puttanella”.
“Si, si, dammelo dentro. Usami senza problemi. Scopami, scopami…. Aaaahhh”.
Con una spinta me ne aveva ficcato dentro un bel po’.
“Aaahhh, aaahhh, aaahhh” gridavo mentre lui, spinta dopo spinta, me lo piantava fino in fondo, squartandomi con ferocia. Mi abbrancò stringendomi il corpo con le sue braccia muscolose, sussurrandomi nell’orecchio le peggiori porcate che gli passavano in mente, parte in italiano e parte nella sua incomprensibile lingua. Mi montò come un coniglio per diversi minuti fino a che il mio buco e le mie budella non cedettero rinunciando completamente ad ogni impossibile resistenza e le mie grida si trasformarono in lamenti di piacere.
Mi aveva completamente spanato. Ma non si fermò lì. Continuò a fottermi come una bestia, tra i miei guaiti ed i suoi grugniti. Il suo stantuffare era parossistico.
“Ti piace ...
... il cazzo, vero? Con quella tua faccina innocente. C’hai un bel buco di culo sfondato! Chissà quanti nei hai presi qui dentro. Eh? Quanti? Dimmelo”. Io non riuscivo a spiccicare parola. Ero completamente svuotato.
La scena era talmente arrapante che il suo collega è intervenuto. Si è avvicinato, mi ha alzato la testa afferrandomi per i capelli, mi ha affondato la minchia in bocca e scaricato un’enorme quantità di viscida crema che ho inghiottito totalmente, fiotto dopo fiotto. Uggiolava come un animale ferito.
Fu solo a quel punto che Rocco non resistette più e, intensificando le spinte, con una serie di urli mi riempì con una sborrata enorme, durante la quale continuava a sgroppare con lentezza. Si afflosciò sulla mia schiena, così come il suo cazzo dentro di me, uscendo solo quando riprese a respirare normalmente e anche l’ultima goccia di sbroda lo aveva lasciato.
“E bravo il Paolo! Complimenti! Sei proprio un ragazzo da monta perfetto. Lo rifaremo. Dobbiamo rifarlo. Non sei d’accordo?”
Ero distrutto, così come il mio povero culetto, che stava vomitando tanta crema biancastra sul pavimento.
“Ssssi… Ccccerto… Lo rifaremo. Certo”.
Non mi mossi dalla posizione a pecorina, anche perché mi girava la testa. Lui mi ripulì amorevolmente il buco arrossato con della carta da cucina. Poi riuscii a tirarmi su e mi risistemai. Mi abbracciò e mi accarezzò la testa come ad un bambino, dandomi anche un tenero bacio sulle labbra. Lo salutai, lanciando anche un sorriso ...