Il debito da pagare.
Data: 23/10/2020,
Categorie:
Dominazione / BDSM
Racconti Erotici,
Autore: pivolo, Fonte: RaccontiMilu
... – senza mezzi termini – che non c’era che un modo per ripagare il debito: doveva sottomettersi a lui, che, da anni, voleva possederla, voleva toccare senza limiti il suo seno, strizzarle i capezzoli, accarezzare senza limiti quelle cosce, ben tornite, che avevano il triangolino coperto da una mutandina di pizzo, dalla quale si intravedeva la sagoma di una fica dalle labbra pronunciate.
Nella sua mente voleva, infine, il suo culo, possederla in modo completo a piacimento, ma non era ancora il momento di dirglielo. Prima la bocca e la fica. Poi sarebbe arrivato il momento del culo e della sua completa trasformazione in troia a sua disposizione. Viveva da sola nel suo piccolo appartamento ed era perfetta per fare la sua puttana, per ora personale, poi, chissà, persino farla battere e farlo guadagnare.
“Allora, lo hai capito, Gloria ? Prendilo in bocca e fammi un pompino! “ Aveva alzato appena la voce. “lo sai fare, sei brava con quelle labbrone morbide … hai sbocchinato per anni il cazzo di tuo marito, poi quello del tuo amante, e chissà quanti altri …. Ora tocca a me”.
Lei aprì la bocca come un automa e lui le appoggiò la cappella sul labbro inferiore. “Adesso prendilo con la tua bocca fino a che ce la fai e con la bocca chiusa attorno al mio cazzo, muovi lentamente la lingua per leccarlo”.
Lui le dettava le cose da fare e lei, lentamente, eseguiva. Pensava “Alla fine, è solo un cazzo. Se lo accontento finisce rapidamente e me ne vado”. Non vedeva l’ora di uscire ...
... da quell’incubo che l’angosciava da mesi. Si convinse che era la migliore cosa da fare e si diede da fare. Si abbassò con la bocca aperta e lasciò scivolare dentro la sua cappella sentendo quanto l’asta fosse già dura per l’eccitazione. Chiuse le labbra, mosse su e giù la lingua, sentì la punta della cappella toccare la parete della gola e lui emettere un lungo gemito di piacere.
“Brava, Gloria, sei fantastica, hai una bocca calda ed accogliente da grandissima troia”. In attimo si sentì quasi orgogliosa del complimento. Era vero. Li sapeva fare bene i pompini, sapeva come mandare in paradiso un uomo. Glielo aveva detto per anni il marito, al quale glieli dispensava con accortezza. Glielo aveva detto pure Luca, il suo amante verso il quale provava un’attrazione fortissima e che li chiedeva ad ogni incontro.
Si decise di farlo per bene ed accontentare l’usuraio. Aveva il suo uccello in bocca, e poteva metterci un po’ di passione, visto che lo doveva fare. In fin dei conti, poteva essere persino piacevole comportarsi da troia da strada, come lui le chiedeva. Poteva dare sfogo a quella parte di sé, alla ricerca del piacere senza inibizioni, che era emersa quando aveva accettato di fare sesso con il proprio amante. Si lasciò andare, chiuse gli occhi e pensò che avrebbe spompinato Luca e non l’usuraio.
Allora succhiò con bramosia crescente quel cazzo, leccandolo nei tempi morti in cui smetteva di succhiarlo, come se non avesse mai fatto altro. Lui, eccitato al massimo, gli ...