Mea culpa
Data: 14/10/2020,
Categorie:
Etero
Autore: geniodirazza, Fonte: Annunci69
... giustificai dicendomi che se l’era voluta e decisi che avrei negato fino alla morte.
Il poliziotto, appena poté parlarmi, mi chiese come mai fossi, a quell’ora, su quella strada statale e non sull’autostrada che portava a casa di mia madre dove, come aveva riferito mio marito, avrei dovuto essere; mi ero preparata a quella domanda e risposi prontamente che in un’area di servizio alcuni utenti aveva detto che l’autostrada era bloccata dalla pioggia in un certo tratto; avevo fatto la parallela.
Mi guardò quasi con pietà e mi avvertì che non solo non c’era stato nessun blocco in autostrada ma che dai dati che il GPS aveva trasmesso al computer di mio marito appariva chiaro che la mia provenienza non era casa di mamma ma un paese dell’interno dove pareva che io mi recassi frequentemente; quando gli chiesi perché mai indagasse, mi obiettò che era doveroso accertare la verità e che l’assicurazione a quel punto non pagava i danni.
La prima mazzata mi colpì al centro della nuca; ad Alex sarebbe arrivato il conto salato per i danni allo scuolabus e per la macchina distrutta; ‘peggio per lui’ fu il mio stupido commento mentale; nemmeno mi sfiorava l’idea che ora mio marito sapesse delle mie ‘visite’ settimanali ad una località sconosciuta ed insignificante; se fosse approdato alla verità, peggio per lui; ignorare di essere cornuto poteva quasi essere preferibile.
La mia presuntuosa sicumera durò il tempo necessario per tornare a casa; il referto medico parlava di danni ...
... alle gambe, per i quali sarebbe stata necessaria una costosissima riabilitazione; danni e ferite al volto mi avevano sfregiato e solo costosi interventi di chirurgia plastica avrebbero consentito di restituirmi la bellezza; per il momento, ero guarita dalle ferite più urgenti e mi rispedivano a casa, dove avrei dovuto stare a letto o muovermi in carrozzella.
Alex non lo vidi; mandò un taxi per farmi riportare a casa e una domestica mi aiutò a mettermi a letto; non avrei saputo cosa dirgli e preferivo stare zitta, ma avevo una fifa blu che avesse perso le staffe per quanto accaduto ormai due mesi prima, perché tale era stato il periodo di degenza ospedaliera; un giorno che il nostro medico venne a visitarmi per decidere sulle terapie, apparve Alex che mi guardava come un pitale sporco da vuotare.
Era venuto con Giancarlo, il suo amico e avvocato di fiducia; non capivo il perché, ma ormai ero preparata a rispondere a qualunque aggressione; stettero in silenzio ad osservare il medico che mi controllava e che alla fine annunciò che ci avrebbe indicato sia la palestra dove curavano le difficoltà di movimento come le mie sia la clinica del chirurgo plastico per ricostruire il mio viso; Alex ruppe il silenzio con una secca dichiarazione.
“Io non pagherò quelle cure e nemmeno l’acquisto della carrozzella. Giovanni, la legge mi impone di garantire l’assistenza basica, è così?”
“Sì, Alex; Noemi per la legge può anche stare a letto tutta la vita e tenersi le cicatrici; nessuno ...