1. Come iniziò


    Data: 06/10/2020, Categorie: Etero Incesti Autore: Rebis, Fonte: RaccontiMilu

    ... ma niente più. Nulla di eccezionale. Si era già concessa a Pathil, un cacciatore di dieci anni più vecchio di lei. Quella con Vaas non era stata ricreazione. Solo un premio, un incentivo. Ed aveva funzionato.
    
    Vaas e i suoi due compagni giunsero in vista dei mercenari allo scadere del giorno. Una marcia estenuante a cui però erano abituati. Vaas sorrise. Presto avrebbe spazzato via quei nemici dalla sua terra! Strinse il kalashnikov con rabbia e determinazione. Vaas tornò alla tribù lentamente. I mercenari erano morti, tutti. Era sporco di sangue, terra e ferito. Si sentiva bene. Vivo. La Giungla gli aveva permesso di trionfare. I due che erano con lui erano morti. Aveva vinto. E Citra l’avrebbe premiato, sicuramente. Persino l’anziano Talmugai della tribù si sarebbe dovuto rendere conto della sua abilità. La cicatrice che aveva in faccia bruciava. Uno dei mercenari l’aveva costretto a un duello di pugnale. Uno scontro difficile che aveva lasciato a Vaas uno sfregio lineare dalla fronte fino allo zigomo passando per l’occhio. Una ferita di guerra. Arrivato al Tempio, vide Citra. -Sorella!-, esclamò, -Ho conquistato onore e gloria!-. Lei lo guardò, annuì e sorrise. -Gli stranieri sono morti. Nessuno di loro tornerà a tormentarci!-, proclamò con gioia. Accanto a Citra, il vecchio Talmugai sorrise e annuì. Benevolo. -Vaas! Oggi tu hai provato a tutti noi di essere degno del Tatau. Degno di calcare la Via del Guerriero.-, disse il vecchio. Di quello, Vaas se ne fregava. ...
    ... Sapeva di essere un guerriero e non sarebbero dovuti essere un tatuaggio rituale o un vecchio decrepito a dargliene conferma. Però sorrise.
    
    Hoyt Volker era un uomo impegnato. Quando seppe che il suo primo contingente di dieci mercenari inviato in esplorazione era stato massacrato, la prima cosa che fece fu chiedere all’unico, febbricitante superstite di raccontargli tutto. L’uomo eseguì. Hoyt rifletté pensando che i Rakyat fossero dei selvaggi. Ma andavano comunque benissimo come schiavi, se solo si fosse potuto piegare il loro orgoglio.
    
    Citra, sdraiata supina, sorrise al vecchio. Il Talmugai iniziò. Dipinse il Tatau del Comando sulla spalla, il fianco e la coscia della giovane, completamente nuda. Uno spettacolo. Citra si sentiva ebbra, eccitata. Consapevole del potere che le veniva offerto e smaniosa di esercitarlo. Subito. Il vecchio terminò il tatuaggio. -Ora, Citra.-, disse mentre la giovane si alzava e lui s’inginocchiava porgendole un coltello, -Fa ciò che devi.-. Citra prese il coltello. Guardò il vecchio e annuì. Gli piantò il pugnale nel collo.
    
    Vaas guardava la giungla. L’oceano alla spalle, sorrideva. Il Tatau gli sarebbe stato tatuato all’indomani. Guardò dietro di sé. Gli altri lo guardavano con ammirazione. Ma lui sentiva qualcosa. Aveva la sensazione di aver mosso i primi passi lungo un sentiero terribile. Ma poi la vide. Citra. La gente s’inchinava a lei. Perché? Poi capì. Era la nuova Talmugai. Sì, doveva essere così. E questo significava che lui era suo ...
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