Come iniziò
Data: 06/10/2020,
Categorie:
Etero
Incesti
Autore: Rebis, Fonte: RaccontiMilu
... Altri saranno distruttori. Uno, in particolare… Lui sarà come la folgore sulla giungla e scatenerà un incendio da cui tutto muterà!-, esclamò il vecchio. Citra annuì. Non capiva sino in fondo ma sapeva che il sacerdote stava parlando del futuro. E lei, come tutti, aveva ascoltato i racconti degli avi. Sapeva che quelle isole appartenevano ai Rakyat. E ai Rakyat sarebbero dovute tornare. -Fai ciò che va fatto. Forgia tuo fratello nell’uomo che dovrà divenire.-, le ordinò il sacerdote. Tossì nuovamente. Nella veste sacerdotale vecchia e stracciata pareva tremante e giunto alla fine. Ma Citra non si fece impressionare: sarebbe divenuta il capo della tribù. E avrebbe condotto i Rakyat alla gloria.
Vaas passeggiava lungo la costa. Aveva un occhio nero. Si era azzuffato con Abdul e quel bastardo gli aveva dato tante legnate che ora il giovane non riusciva quasi a camminare. Si sedette. Sabbia bianca… Uno squalo che nuotava in acque basse. La sera che calava su di lui. Bellissima. E terribile, lo sapeva bene. La amava e la odiava. Vaas odiava quell’isola e odiava i Rakyat per averlo costretto a vivere all’ombra di tradizioni ed esempi che non riusciva a eguagliare. D’altronde come avrebbe potuto eguagliare Shistar, il guerriero che da solo uccise mille nemici? Come poteva correre più rapido di Danath, o esser versato nella caccia come Ildevith? Come poteva eguagliare quegli uomini se non si sentiva così vicino affine a quella vita? Lui dalla vita voleva altro. Molto altro. ...
... -Fratello.-, disse la voce di Citra. La giovane si sedette accanto a lui. Vaas sorrise. -Citra. Che bello vederti!-, esclamò. Bello per ovvi motivi e, se la giovane avesse osservato meglio avrebbe anche capito quali ma non parve interessata ad essi. Guardava l’oceano che sciobordiava piano. -Che hai fatto?-, chiese. -Una rissa… Abdul mi ha picchiato.-, disse lui. Solo allora lei lo guardò e Vaas notò del disprezzo nei suoi occhi. La rabbia tornò, decuplicata. Desiderò uccidere Abdul. Picchiarlo fino a ucciderlo. Ma non poteva. -Ti fa male, vero? Vorresti aver vinto, vero?-, chiese Citra. Vaas avrebbe solo voluto starsene in pace. -Sì.-, rispose invece, consapevole che nessun’altra risposta avrebbe soddisfatto sua sorella. La desiderava. Voleva farsela lì e in quel momento. Sulla spiaggia. Come un cazzo di animale. In fin dei conti era quello che erano tutti loro, no? -Allora vai: prenditi la rivincita. Picchia Abdul. Fallo per me.-, disse Citra. Vaas sorrise. Sentì una volontà implacabile svegliarsi. Si alzò.
Citra sorrise. Sapeva che Vaas provava qualcosa per lei ma non si sarebbe fatta scrupolo a usare quel sentimento per i suoi fini. Il Talmugai voleva che Vaas divenisse un guerriero? E lei l’avrebbe accontentato. Guardò lo squalo. Girava in tondo, come alla ricerca di prede. Ecco, quello Vaas doveva diventare, no? Da sempre lo squalo era simbolo di forza tra i Rakyat. Era uno dei tre animali sacri per antonomasia, gli animali che i guerrieri incidevano nella loro pelle per ...