1. Preventivo per la polizza auto


    Data: 13/09/2020, Categorie: Racconti Erotici, Etero Autore: sostantivo, Fonte: RaccontiMilu

    ... con il portacenere tenuto in mezzo alle gambe allargate, i gomiti appoggiati sulle ginocchia e i salsicciotti delle braccia lucidi di sudore in bella evidenza. Pareva assente a se stessa e netta ebbi l’attrazione per quel corpo di femmina su cui nessun Sigmund del cazzo avrebbe mai indotto il minimo effetto.
    
    Quando s’accorse del sottoscritto mi invitò, con quella sua vocina piccola: “Assettatè qua; Lorè. Dimmi un po’, cos’era quella storia delle uova, di oggi?”.
    
    Farfugliai qualcosa a base di cioè, non so, scusa senza riuscire a dire alcunché di sensato.
    
    “Lo so cosa dicono di me, credi che non lo sappia come mi chiamano: la smaritata, quando son buoni e pure la babbiona, qualche pettegolo, che gli prenda un colpo. Ne ho ascoltate tante, eppoi quella storia del culo sfatto la sento ripetere da una vita .. “ e fece una lunga pausa tra un tiro di sigaretta e l’altro. Il fumo gli usciva dal naso e spandeva un aroma delizioso, “anche se credevo che più delle uova alla tua età t’interessassi di galline”. Una breve pausa seguì e poi concluse: “Chissà se anche quelle da brodo?”.
    
    Annuii, più volte e cercai di balbettare qualcosa di sensato, senza riuscirci. Ma sentivo il cazzo spingere. Il pacco, doveva avere l’aspetto di una tenda canadese.
    
    Credo sia stato lì che mi venne di chiamare l’all-in. Non è che avessi in mano un poker servito ma chi se ne fotte, mi dissi. Anzi non mi dissi proprio nulla, lo feci e basta.Le misi una man dietro la schiena e l’attirai contro di ...
    ... me, l’altra dietro la nuca e la baciai. Per un istante fui solo la mia bocca ed il cuore che palpitava così forte da sentirlo sino nelle orecchie. Un bacio linguoso e assaporai tutto: il gusto della nicotina e quello della femmina. Era una pesca invitante, all’apice della maturazione, un attimo prima di cascare a terra e sfarsi in mille schizzi e non c’era che da coglierla. Lo feci.
    
    Li, poi, fu tutto assai svelto, un turbinio di mani dappertutto, le mie dentro le sue, di mutande, direzione passera, quelle di Nadia sotto l’elastico dei miei pantaloncini e vinse lei.
    
    Si chinò ginocchioni e la sua bocca divenne la mia padrona.
    
    Il film che ne seguì risultò fatto di immagini assai frammentate al limite dell’incoerenza.
    
    Le sue espressioni da impunita e un attimo dopo da burina fatta e finita, di chi è certa che Tagliacozzo fosse il centro dell’universo. E, nel frangente, non fu possibile che darle ragione: il mondo era parecchio piccolo, iniziava e finiva, appunto, dentro quella bocca che parlava, fumava ed ora regnava sovrana.
    
    Ebbi la certezza che ad un certo punto si fosse slacciata il reggiseno e la visione delle sue tette da smanacciare mi mandò in visibilio.
    
    In orbita ci arrivai mentre le afferravo quella testa che stava facendo l’altalena e lì scatto la molla. Era l’imprinting di zia, l’aroma di Neutro Roberts che le veniva su dai capelli. Morbidi e secchi al contempo emanavano quella fragranza di shampoo dell’infanzia, dozzinale e delicato, zuccheroso senza ...
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