1. 007 padre goran. l'oracolo delle rondini


    Data: 01/09/2020, Categorie: Gay / Bisex Autore: CUMCONTROL, Fonte: Annunci69

    ... coperte di lana.
    
    Mi distesi in attimi d’eterno. Il suo petto dischiuso per me fu origliere primigenio di una vita prenatale, amniotica, e la mia guancia godette del tepore di quel vermiglio di pelo brillato solo da una sottile coroncina d’oro.
    
    Mi strinse fino all’alba e mi baciò il capo standocene distesi, ed io, avvinto dalla paura e intimidito dalla circostanza, accennavo carezze sul suo ventre richiuso su di me. Era respiro di vita il suo.
    
    Sussurrò la sua maledizione su quegli uomini ignobili, ma io non seppi proferir parola. Restai in silenzio mentre il riparo delle coperta nascose al mondo qualcosa di invisibile.
    
    La gamba abbarbicò la mia anca per proteggermi forse dalle fiere della notte che abitano gli incubi dei dannati.
    
    Sentivo il palpitare del membro contro mio ventre. Era irrorato ma se ne stava racchiuso nelle morbide mutande di latte e cotone. Allora mossi timido con le labbra nella ricerca del suo capezzolo, quasi a cercarne le secrezioni saline cui nutrirmi come cucciolo di essere umano, ma poi sfinito andai a riposare nell’alveo sicuro sotto il suo pomo d’Adamo.
    
    Di quella notte ricordo il soffio del vento e il crepitare delle faville; sento ancora il suo respiro, rievoco i caldi malleoli e poi la rincorsa delle mani, e la sua mano posata dolce sul mio capo arreso.
    
    I giorni che seguirono furono per me il bagliore primordiale che si accese sulle vette del mondo.
    
    Nei giorni che seguirono, Padre Goran manifestò nelle aule un distacco ...
    ... quasi regale, per non suscitare le ire e i timori avversi di un laido direttore che potesse sospettare dell’intesa clandestina tra me e lui.
    
    Quando invece alla sera eravamo finalmente soli, tutto si gonfiava di una luce celeste. Nella sua stanza, nei pleniluni alpini al di là delle invetriate, mentre in refettorio i gorghi delle basse cupidigie ingoiavano i corpi di poveri innocenti, io mi consumavo tra le fiamme di ambizioni titaniche.
    
    Egli mi sottraeva dall’abominio di quel refettorio. Dopo la cena, quando l’orgia serale aveva inizio, aveva cura di avvicinarmisi, e per mano mi conduceva oltre il rigurgito delle colache, dove corpi senili banchettavano sudici sui corpi freschi di poveri sventurati.
    
    Correndo via dall’inferno, noi andavamo a dissolverci nei bui corridoi fino alla sua stanza.
    
    Le prime notti furono l’esperienza per me nuova di parole sussurrate e di flebili carezze, le prime della mia vita.
    
    Padre Goran ignorava il mio genitale ma questo non mi spiaceva affatto, ed ebbe cura di non penetrare i miei recessi perché io potessi guarire dai danni rettali subiti.
    
    Nei pleniluni, ove la luce dell’astro candeggiava su pareti e lenzuola, egli si lasciava cercare tra gli abiti dismessi, perché la mia lingua si avventurasse tra le sue valli più profonde, perché esplorassi i boschi di vello vermiglio fino alle foci recondite, che nessuno ebbe a violare prima di me.
    
    Quando per la prima volta invitai quell’uomo ad accosciarsi sul mio viso, io ebbro d’amore ...
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