1. Club Tlazo – Capitolo 2


    Data: 30/08/2020, Categorie: Dominazione / BDSM Racconti Erotici, Etero Autore: I racconti di William, Fonte: RaccontiMilu

    ... esserci rimasto. Lei lo sentì darle dei colpi ancora più profondi, con una sensazione strana che le causò un’altra ondata di voltastomaco, poi percepì, finalmente, il suo intestino svuotarsi. Fu una sensazione meravigliosa: non un orgasmo, quanto piuttosto la soddisfazione di una buona cagata rimandata per giorni. Rimase qualche secondo a boccheggiare, godendosi quel momento stupendo di liberazione, poi uno schiaffo la colpì al culo, facendola sussultare, lasciandola un‘impronta dolorosa a cinque dita sulla pelle. – Vestiti e levati dai coglioni – le ordinò il direttore. Tornò a sedersi alla sua sedia davanti a Miriam. – E se ti presenti di nuovo con questo scherzo, non sarò io a farti il culo quanto piuttosto gli agenti della policìa. La ragazza si sollevò lentamente, colta dalle vertigini, il fiato corto. Guardò l’uomo che era tornato a controllare dati sul monitor del computer come se lei non fosse mai esistita. Non salutò, si limitò a rimettere a posto pantaloni e mutandine, chiudere il top e uscire barcollando dall’ufficio. Trovò Eleonora che si guardava nello specchio, come se volesse assicurarsi che non si vedesse troppo del suo bendidio, e Cristina che stava chiacchierando con un commesso molto carino, scambiandosi il numero di telefono. Quando la ragazza la vide, ...
    ... lasciò la sua nuova conquista e si avvicinò a lei: Miriam si mise più eretta, schiaffeggiandosi sul volto un sorriso che sperò non risultasse troppo falso. – E allora? – domandò Cristina con aria di complicità. Miriam fece uno sforzo per allargare il sorriso. – Tutto bene – rispose, sogghignando e allontanando le mani per indicare una distanza di venti centimetri abbondanti. In realtà non aveva affatto visto la minchia che l’aveva scopata, ma avrebbe giurato che quello che era entrato nel suo intestino fosse stato lungo almeno il doppio. Dovette allontanare quel pensiero o avrebbe vomitato sul parquet del negozio. Cristina rise, battendole una mano su una spalla. – Allora andiamo – disse, poi ripeté l’ordine a voce più alta per farsi sentire da Eleonora. – Dai, che sei un pezzo di figa! – le urlò, notando che si guardava ancora nello specchio poco convinta. Si chiese se non fosse davvero troppo figa… Eleonora corse verso di loro, come terrorizzata dallo sguardo affascinato dei commessi, poi abbracciò Miriam, sussurrandole: – Grazie… vorrei essere come te… L’affettato sorriso soddisfatto di Miriam vacillò vistosamente mentre si sentiva una merda.
    
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