Club Tlazo – Capitolo 2
Data: 30/08/2020,
Categorie:
Dominazione / BDSM
Racconti Erotici,
Etero
Autore: I racconti di William, Fonte: RaccontiMilu
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Eleonora era indecisa riguardo quale emozione dovesse far prevalere dentro di sé: quella di meraviglia e di soddisfazione per l’abito con cui si stava ammirando nello specchio, o la vergogna per come lo stesso mettesse in risalto il suo grosso seno. In quel momento le parve di essere Jessica Rabbit, sebbene avesse i capelli biondi e non rossi. Poco più in là, Cristina distolse la sua attenzione dalla propria immagine riflessa a quella di Eleonora per imporle di smetterla di fare la timida. – Dovresti piantarle in faccia agli uomini, quelle bocce – sbraitò sottovoce. Non poteva evitare di invidiarla e chiedersi perché quella verginella avesse due cose simili inutilizzate quando lei le avrebbe fatte fruttare più dell’oro. Lei, non potendo vantare armi di erezione di massa di quel livello, aveva puntato sul suo lato B: indossava un abito molto meno castigato di quello di Eleonora, un top striminzito ed un paio di pantaloncini che le mettevano in risalto le chiappe. Non costava nemmeno tanto, ma non aveva intenzione di indossarlo a lungo. Anche se non fosse stato Jiménez quello davanti al quale si sarebbe inginocchiata e aperto la bocca, le sembrava stupido pagare una cifra qualcosa che si sarebbe presto sporcata di sborra e saliva, e magari gettata a terra per meglio ribadire il concetto al ricco che si fosse scopata. Poi, ovviamente, una volta sistemata, abiti come quello li avrebbe fatti usare dalla servitù per far ...
... pulire la cuccia del loro samoiedo o qualche altro cazzo di cane costoso quanto una monovolume. La comparsa del commesso la riportò al presente. – Le signore hanno scelto? – chiese, in un italiano perfetto, un ragazzo che doveva avere un paio di anni più di loro, che sorrideva cordialmente alle tre ragazze e sembrava pronto a farsi portare a letto da ciascuna delle tre, magari anche tutte contemporaneamente. O almeno a Cristina dava quell’impressione, che in più di un’occasione aveva scoccato un’occhiata interessata al suo sedere e, immancabilmente, alle bocce esagerate della figa di legno. – Io, in realtà, avrei… – cominciò Eleonora, coprendosi il seno con le mani, ma la voce di Cristina la sopraffece. – Perfetto, tutto bene – lo assicurò. – Ottimo – disse il commesso, lanciando uno sguardo in cui non c’era nemmeno un’ombra di dispiacere alla vista del seno della ragazza imbarazzata, – se volete seguirmi alla cassa per il pagamento… – aggiunse, e diede l’esempio raggiungendo il bancone. Eleonora era rossa in volto. – Io… – Piantala! – la rimproverò Cristina, stanca. – Piuttosto dovresti andare tu a pagare – propose, facendo un cenno con il capo verso l’inguine della ragazza, rendendo, per quanto possibile, ancora più rosso il viso di Eleonora. Miriam, che fino a quel momento aveva girato attorno a loro, limitandosi a consigliare l’abito che metteva così bene in evidenza i seni grossi di Eleonora, parve quasi saltare in mezzo alle due ragazze. – Ci… ci vado io a pagare, Cristina. ...