Club Tlazo – Capitolo 2
Data: 30/08/2020,
Categorie:
Dominazione / BDSM
Racconti Erotici,
Etero
Autore: I racconti di William, Fonte: RaccontiMilu
... pietà dal suo tentativo… Ma la ragazza non ebbe raggiunto l’altezza sufficiente per avere le gambe dritte che il direttore la spinse, quasi lanciandola, contro la scrivania. Il bordo la colpì alle cosce, facendola cadere di petto sul tavolo, il seno che impattava dolorosamente. Prima ancora che potesse fare qualcosa, l’uomo le mise una mano sulla schiena per bloccarla, una la sentì scivolarle nei pantaloni e gli stessi che venivano strattonati con un paio di colpi verso il basso insieme alle mutande. Miriam sgranò gli occhi quando sentì l’aria accarezzarle la fica e le chiappe. – Cosa credi? – rideva ancora l’altro, – Me lo faccio succhiare dalle commesse che vogliono uscire un’ora prima, pensi davvero che per la somma che mi devi basti un pompino? Il fiato di Miriam si mozzò quando sentì qualcosa premere contro ano con forza. Sperò fosse un dito che voleva infilarsi per qualche centimetro nel suo retto, e che le avrebbe scopato la fica, ma sapeva che si sarebbe presto rivelata un’illusione e che non avrebbe avuto quella fortuna. – Ce l’hai bello stretto il culo, troietta – disse soddisfatto l’uomo, – sarà divertente sfondartelo. Gli occhi della ragazza si sgranarono quando l’uccello, vincendo la resistenza del suo buco del culo, sfruttato in ben poche occasioni simile, aveva opposto, era sprofondato nel suo intestino. Lo sentì scendere dentro di lei come se non avesse mai fine, come se fosse il manico di una scopa e volessero nasconderlo tutto nella sua pancia. – Cazzo… ...
... no… – sussurrò, mordendosi le labbra. Era una sensazione orribile, e non solo per il suo buco che si apriva come non avrebbe mai dovuto, ma per quel corpo caldo che si muoveva nel suo retto, come uno stronzo che, animatosi improvvisamente, stesse cercando di risalirle fino allo stomaco e poi sfuggirle dalla bocca. “Dove cazzo la teneva una minchia simile, quel bastardo?” si chiese, cercando di trattenere il vomito. L’uomo quasi usciva completamente dalla ragazza per poi risprofondare con un colpo violento ma che sembrava impiegasse un secolo a raggiungere il fondo. L’inguine dell’uomo impattava contro le chiappe della rossa e le sue palle schiaffeggiavano la fica con lo stesso ritmo, la grossa pancia che sembrava un disgustoso blob di gelatina che si schiantava contro il suo coccige, nemmeno volesse mangiarlo al pari di una gigantesca ameba. Bloccata sul tavolo, incapace di fare qualsiasi cosa che non fosse ansimare, prossima al panico, l’unico pensiero di Miriam era chiedersi quanto dovesse essere idiota per voler apparire agli occhi degli altri come una troia al pari di Cristina, quando lei, nascosta dietro a quella facciata eretta a fatica e con grandi patimenti, era più simile a Eleonora. Non proprio così timida, certo, e amante del sesso romantico piuttosto che delle chiavate improvvise con qualsiasi bastardo incontrasse per strada per un puro tornaconto economico… – Sì, stupida puttana! – grugnì l’uomo, dopo essere sprofondato di nuovo nell’intestino della ragazza ed ...