1. Una serata come tante (o quasi)


    Data: 29/08/2020, Categorie: Gay / Bisex Autore: Foro_Romano, Fonte: Annunci69

    ... ahiii”. Ecco chi era Massimo, il figlio! Quell’uomo desiderava scoparsi il figlio e, per evitare di farlo, aveva cercato qualcuno della stessa età facendo finta che fosse lui.
    
    “Sono sicuro che ti piacerebbe avere un altro grosso cazzo in bocca. Magari che ci diamo il cambio nei tuoi buchi da mignotta. Tiè, prendi” e giù, una gragnuola di colpi secchi che mi arrivavano allo stomaco.
    
    “Si, ohhh siii, mi piacereb…beee. Ahia, si così, sfondami”.
    
    Saranno stati questi discorsi o il piacere che gli procurava fottermi a quella maniera, di fatto, dopo una ventina di minuti di monta selvaggia, mi esplose dentro con un’ondata di calda sborra, lunga come l’ululato che emise.
    
    Rimase dentro, col cazzo barzotto, fino oltre l’ultima goccia di sugo di palle, per riprendere fiato.
    
    “Non ti muovere. Aspetta”. Prese dei fazzolettini e si sfilò lentamente. Appena la cappella uscì da me con uno schiocco, non permise allo sperma di colare fuori e mi tappò il buco con tre di quelli.
    
    “Tienila dentro”.
    
    Si pulì alla bell’e meglio il pistone e si rimise a sedere al suo posto. Me lo fece riprendere in bocca per finire di pulirlo.
    
    “Cazzo! Non sei solo un bel ragazzo, ma sei anche bravo. Ci sai fare proprio coi cazzi. E… scusa se ti ho chiamato Massimo ma è che…”
    
    “Non ti preoccupare. Puoi chiamarmi come vuoi se mi scopi così bene”
    
    Sorrise, poi aggiunse: “Ti va di cercare un terzo, come dicevamo?”
    
    “Quando? Adesso?” Ero incredulo e un po’ rintronato dalla scopata.
    
    “Si, ...
    ... adesso. Pensi di non farcela? Mi deludi”.
    
    “No, si, cioè. Vorresti fare a tre subito?”
    
    “Si, certo. Torniamo sul viale e ne carichiamo un altro. A te la scelta”.
    
    “Ce ne sarebbe uno che mi piace, ma lui si fa pagare”.
    
    “Non ti preoccupare. Lo pago io. Te lo faccio per regalo. Voglio proprio vedere a che punto arriva la scrofa che sei”.
    
    “Se è una sfida, ci sto”.
    
    “Bene”. Accese l’auto e tronò indietro. Facemmo alcuni metri e… eccolo.
    
    “E’ lui, lui, quello nero” feci, indicando un mandingo di circa trent’anni che mi aveva sempre attirato a sangue. Era la volta buona che potevo farmelo. Dicevano che aveva una nerchia enorme. Indossava un paio di jeans logori e una canottiera nera così aderente al torace da sembrare una seconda pelle.
    
    “Ah, ti piace il nero? Ok, puntiamo sul nero” (nemmeno fossimo alla roulette).
    
    Gli accostammo accanto. L’uomo gli spiegò quello che volevamo da lui. Mi avrebbe dovuto scopare mentre lui restava a guardare. Quello sparò una cifra (per me impossibile) e si accordarono. Salì in auto e tornammo nello spiazzo di prima.
    
    Mi fece spogliare completamente, mentre loro si calarono solo i pantaloni. Il nero aveva un cazzo veramente spropositato e già piuttosto in tiro. Forse lo eccitava l’idea di potersi scatenare a piacimento perché, gli venne detto, ero una troia sfondata, che sarei riuscito a prendere facilmente la sua nerchia, che ero già “imburrato” e pronto all’uso, che avrebbe potuto montarmi con forza.
    
    A me, tutti quei particolari ...