Una serata come tante (o quasi)
Data: 29/08/2020,
Categorie:
Gay / Bisex
Autore: Foro_Romano, Fonte: Annunci69
... troverò la strada aperta”.
“Potrai usarmi senza problemi anche se ce l’hai grosso”.
“Infatti è così” e si dette una smanacciata al pacco per sistemarselo meglio, perché sembrava proprio che certi discorsi stavano facendo un certo effetto.
“Sai dove possiamo andare per stare tranquilli?”
“Si, vai più avanti. Ti indico io la strada”.
Lo condussi in un piccolo campo nella campagna circondato da alberi e cespugli veramente isolato. Appena arrivati, mi avvicinai a lui, gli misi una mano sulla patta e affondai il viso tra i peli che fuoruscivano dalla camicia. La banana era già abbastanza consistente.
“Aspetta” e mi scostò. Si sbottonò la camicia e l’aprì completamente. Waw, che foresta! Passò a slacciarsi la cinta, tirò giù la zip e si abbassò pantaloni e mutande assieme fino a metà coscia.
“Accidenti se ce l’hai grosso! Poche volte ne ho trovato di questo calibro” esclamai.
Mi prese la nuca con la destra e mi abbassò sul suo arnese.
“Datti da fare. Fammi vedere se sei un bravo bocchinaro”.
Metteva forse in dubbio la mia abilità? L’avrei fatto ricredere. Presi in bocca la cappella, la slinguai, poi la lasciai per passare a leccare i coglioni (veramente grossi, come previsto) che avevo preso in mano a soppesarli. Non se lo aspettava e cominciò a respirare pesante. Glieli succhiai uno alla volta e leccai lo scroto peloso. Profumava di maschio e di bagnoschiuma. Tornai su lentamente percorrendo l’intera asta venosa con la lingua e tornai ad imboccare ...
... la cappella. Fu scosso da un brivido.
“Mmmm, ci sai fa…rehh”. Mi ero infilato dentro tutta la verga fin che potevo. Rimasi con la gola tappata per qualche secondo e poi lo sfilai lentamente succhiandolo per riprendere fiato. Mi afferrò per i capelli e mi alzò la testa.
“Ma bravo, proprio bravo. Che puttana che ho trovato! Sei un lurido frocio puttana, Massimo. Datti da fare perché ho intenzione di sborrarti in bocca, zoccola”. Aveva cambiato tono. Cominciavo a dubitare che appartenesse all’alta società. Piuttosto in quel momento sembrava un capomafia. E poi io non mi chiamo Massimo ma, contento lui…
Leccai e rileccai tutto l’apparato genitale in su e in giù finché, mi riempì l’esofago e io ingoiai tutto quel bendidio cremoso. Non si era minimamente ammosciato. Ripulito per bene e lucido di saliva, abbassò lo schienale del mio sedile e mi fece mettere lungo a pancia in giù. Mi salì sopra, prese a piene mani le mie chiappette, me le allargò aprendomi bene il buchino con i pollici e mi piantò tutto il suo cazzo in culo ferocemente. Urlai ma, quasi contemporaneamente, mi sciolsi del piacere di essere preso a quel modo da un uomo maturo così deciso. Cominciai ad uggiolare dalla goduria.
“Senti, senti come frigna la troia! Ti piace, eh? Non ti sono bastati i duecento maschi che ti hanno scopato prima. Ne vuoi ancora”.
“Si, si, ancora, ancora. Fottimi forte, più forte”.
“Ti sventro, figlio mio, rottinculo schifoso”.
“Ahi, ahi, si, si, ohhh, ahiii, così, così, ...