Blade: Notti insonni
Data: 27/08/2020,
Categorie:
Etero
Autore: Rebis, Fonte: RaccontiMilu
... Lui si stupì. Zhara sorrise. Ora che ero abbastanza vicino vedevo che la metà del suo sorriso non era che un sorriso di scherno. -Pensavi sarebbe stato così facile, tesoro?-, chiese. -Io… Zhara, ti prego… perdonami!-, suppliche vane. -Tu sai bene che non succederà. Ma sarò gentile.-, disse Zhara. Alzai un sopracciglio pensando che fosse pressoché impossibile che lo graziasse. Infatti l’espressione di Zhara cambiò da benevola a decisamente diabolica. -Farò sì che tu patisca le pene dell’inferno. PORTATELO VIA!-, l’ultima sentenza gridata dalla giovane fu coronata dall’uscita dei due grossi che trascinarono il poveretto oltre una porta mentre quello cercava di opporsi graffiando il pavimento, piangendo e chiedendo un perdono che non sarebbe mai giunto.
Zhara si voltò verso di me. Ora che eravamo soli si permise di sorridermi. Ricambiai ma pensai che quella scena celasse qualcosa. Un recondito avvertimento. -Vieni, Blade.-, disse. Un invito. La seguii oltre un altra porta. C’era una camera da letto e un tavolino con varie bottiglie di alcolici sopra. -Ti ringrazio per l’ottimo lavoro svolto. Intendiamoci, parlo dell’esecuzione di quel tale. Suppongo che nessuno abbia fatto domande in giro.-, disse. Io annuì. Estrassi dalla tasca dei fogli spiegazzati e glieli diedi. Lei mi guardò, interrogativa e curiosa. -Tutto quello che Jack sapeva su di te. Ora é tuo.-, dissi. Lei sorrise. E poi parve incupirsi. -Vuoi sapere perché nessuno mi vede? Vuoi sapere chi sono? Da dove vengo? ...
... Perché copro la mia faccia?-, chiese lei a raffica. Avevo delle supposizioni ma mi sarebbe interessata davvero molto la sua storia. -Il mio nome completo é Zharia al-Jilani. Sono nata in Siria ma i miei si sono spostati presto in Iran. Dicevano che laggiù sarebbe andato tutto bene, che saremmo stati meglio. Poi, a dodici anni…-, s’interruppe. Una mano prese il cappuccio. Lo tirò. Avevo visto molte cose strane nella mia vita ma quella… Trasalii appena ma sono certo che se ne accorse in ogni caso. Il viso di Zhara era a metà umano e l’altra metà ricoperto di scaglie, un mostruoso ibrido tra serpentino e umano. Denti umani mi sorrisero da labbra quasi inesistenti da un lato e fin troppo seducenti dall’altro. Gli occhi verdi della donna rettile mi scrutarono. -La mia mutazione mi conferiva un’estrema agilità e una furbizia oltre che una spietatezza notevole. Ma quando i miei lo scoprirono…-, gli occhi si velarono di qualcosa. Tristezza, rabbia. Dolore. -Fui ripudiata. Per loro, una figlia femmina era già quasi più un peso che una gioia ma una figlia mutante… L’intero villaggio di Bakhari cercò di lapidarmi. Mi spararono. Fuggii. E capii che non c’era spazio per me laggiù. Riuscii ad arrivare in Turchia e poi in Grecia. Da lì, rubando, ricattando e uccidendo, trovai abbastanza denaro per arrivare in America. E capii che neanche qui sarei stata vista come normale. Anche qui sarei stata una paria.-, ora il suo tono era intriso di qualcos’altro. Rabbia mista a quel sentimento che anche ...